Bruciò e uccise la convivente a Rosolini, chiesto l'ergastolo per Iemmolo
Sarebbe stata uccisa dal marito che le lanciò un fornellino acceso. La tragedia di Rosolini, costata la vita a Laura Pirri, 31 anni, morta al civico di Palermo, il 17 marzo del 2017 dopo 10 giorni di agonia, volge al termine. L'imputato Sebastiano Iemmolo, arrestato all'epoca dalla polizia di Pachino, attraverso il suo avvocato, Nino Savarino, ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Il pm, Salvatore Grillo, non ha creduto all'incidente fortuito ed ha chiesto al Gup, Andrea Migneco di condannare il compagno della vittima all'ergastolo. Testimone oculare di quella tragedia, il figlio di 10 anni della coppia.
L’avvocato Nino Savarino, difensore di fiducia di Sebastiano Iemmolo ha detto che il suo cliente non può essere condannato per omicidio volontario aggravato perchè non ha commesso questo reato. Semmai – ha aggiunto – “il signor Iemmolo può essere riconosciuto colpevole di omicidio preterintenzionale” in quanto non era sua intenzione uccidere la propria moglie, la madre dell’unico figlio concepito dalla coppia”. L’avvocato Savarino ha concluso la propria arringa difensiva chiedendo al Gup di valutare l’eventuale sussistenza dell’ipotesi della Difesa alternativa a quella prospettata dal rappresentante della pubblica accusa, ossia a dire quella di riconoscere Sebastiano Iemmolo colpevole di maltrattamenti aggravati per i quali è scaturita la morte della sfortunata convivente dell’imputato,
Il Gup Andrea Migneco ha rinviato il processo all’udienza del 26 febbraio.



















