Modica, l'addio al cuoco: la bara circondata dai portatori di San Giorgio
Volti rigati dalle lacrime, c'è rabbia e dolore per una morte ancora avvolta nel mistero. Ci sono i parenti, i colleghi di lavoro, amici e tanta gente comune nella chiesa di San Giorgio a Modica per dare l'addio a Peppe Lucifora, il cuoco dell'ospedale 'Maggiore', trovato morto nella sua abitazione. Lui era un devoto di San Giorgio e non mancava mai a nessuna processione. Attorno alla bara si sono sistemati i portatori del Santo cavaliere con una delegazione dei portatori di San Giorgio arrivati da Ragusa. Una testimonianza d'affetto per Lucifora, ben voluto anche fuori dalla città della Contea. Nella chiesa stracolma, un affetto popolare per Peppe Lucifora tangibile. Parenti, amici, semplici conoscenti a chiedersi perchè quella morte violenta, nella notte tra sabato e domenica. Chi avrebbe potuto volere la morte di Peppe? Le indagini dei carabinieri di Modica sembrano ad una svolta. Gli assassini sembrano avere le ore contate. Agli interrogativi è seguita la commozione di tutti durante il rito funebre.
Prima di iniziare il rito funebre, il parroco di San Giorgio, padre Giovanni Stracquadanio, ha voluto ricordare Peppe Lucifora descrivendolo come uomo disponibile e generoso. "Peppe viveva una religiosità popolare, sentita e profonda. Era umile, sempre disponibile. Si riconosceva peccatore, deciso a convertirsi. Si fidava degli amici, forse anche troppo. Era in simbiosi con la sua città. E tutti ci auguriamo che gli autori di un delitto così efferato siano scoperti e assicurati alla giustizia". La santa messa nel duomo di San Giorgio di Modica è stata concelebrata da sette sacerdoti delle Comunità cittadine.
Prima della benedizione della salma, il ricordo di Peppe Lucifora affidato a Marco Borrometi che ha parlato, a nome dei portatori di San Giorgio, della devozione di Peppe verso il Santo Cavaliere, della sua disponibilità, del suo concetto di amicizia e di solidarietà verso tutti. Ha poi parlato l'insegnante Maria Dimartino Zacco che, con un nodo alla gola, ha ricordato l'affabilità di Peppe e la sua generosità verso le persone bisognose. Infine, il ricordo di Aristide Poidomani, anche lui portatore di San Giorgio. Non poteva mancare l'omaggio alla statua di San Giorgio con la bara sollevata verso il simulacro al grido di "Giorgio, Giorgio, Giorgio" mentre risuonavano le note dell'inno a San Giorgio. Sulla scalinata del Duomo, un lungo applauso per salutare, come in tante feste a cui Peppe aveva partecipato, il trascinatore dell'entusiasmo popolare e della devozione verso il Santo Cavaliere.