Modica, 150 studenti ai percorsi di cittadinanza ispirati a Giorgio La Pira
Sono stati 150 i giovani delle classi terze dei licei di Modica e Scicli a condividere i percorsi di cittadinanza ispirati a Giorgio La Pira e promossi dalla Caritas diocesana di Noto in collaborazione con la Fondazione di comunità Val di Noto, il progetto Policoro, l’Istituto di istruzione superiore Galilei Campailla, la Casa don Puglisi e Crisci ranni di Modica. Si avvia così un altro cammino dopo quelli delle quarte classi, dedicato all’economia civile, e delle classi quinte, dedicato alla Costituzione. «Un cammino – spiega il direttore della Caritas, Maurilio Assenza - alla scoperta della città più profonda, che genera tensioni etiche e civiche con cui si possono aiutare i giovani a crescere come uomini e come cittadini. Maestri sono stati alcuni testimoni. Anzitutto una testimonianza corale, quella della Casa don Puglisi che ricorda alla città come sia necessario mettersi 'ai piedi della crescita' dei più piccoli, per poter rigenerare città e mondo dal basso. Con l’impegno di tutti: “Se ognuno di noi fa qualcosa, allora possiamo fare molto” - amava dire don Puglisi, e l’espressione è tornata più volte nelle parole dei giovani». Secondo gruppo di testimonianze, quelle con cui la città si apre ai migranti, a chi viene da lontano. Irene Cerruto, animatrice di 'Presidio', ha ricordato che l’accoglienza diventa vera se si sta accanto come un ‘presidio’ che fa emergere tanto sfruttamento e dona la ‘parola’ con cui si diventa uguali, ma anche l’abbraccio di reti familiari. E Nuha Ceesay, giovane del Gambia, ha raccontato il suo viaggio, i pericolosi e difficili passaggi – il deserto, la Libia, i barconi – ma anche la gioia e la gratitudine di sentirsi accolto, senza dimenticare (cosa che ormai a noi sfugge con troppa facilità) il grazie a Dio! E quindi suor Adriana Marsili, della comunità intercongregazionale presente a Modica per aiutare ad accogliere il 'mondo che viene da noi', ha affascinato i ragazzi con la sua testimonianza: prima di giovane che esce dalla chiusura adolescenziale dedicandosi a chi resta sulla strada, poi di donna che conosce l’affetto di un ragazzo ma non le basta «pensando alla dilatazione ampia del cuore che ama e si fa missionaria; quindi di consacrata che deve scoprire – nella sua prima tappa di missionaria - quanto brutale sia l’individualismo americano e come, invece, siano i poveri – di Portorico o dell’Africa – a insegnare la bellezza della condivisione».