ChocoModica 2019, gli eventi funzionano ma si deve uscire dall'ambito locale (GUARDA LE FOTO)
L’edizione 2019 di ChocoModica va in archivio con un bilancio molto simile a quello degli ultimi due/tre anni. Il fine settimana dell’Immacolata ha fatto registrare numeri molto interessanti nella serata di venerdì 6 dicembre – grazie al concerto di Bianca Atzei – e in quella di sabato, con la comicità di Matranga e Minafò: segno che il pubblico risponde numeroso al richiamo dei nomi che contano nel panorama dello spettacolo. Grande affluenza di gente, dunque, ma, come succede da qualche anno a questa parte, proveniente dal territorio circostante o dalle province vicine. ChocoModica ha perso, purtroppo, la sua connotazione di manifestazione nazionale alla quale, già per la prossima edizione, dovrebbe tendere. Altrimenti è destinata a rimanere un evento stracittadino. E sarebbe un peccato perchè, accanto alle iniziative più popolari, il contorno di appuntamenti culturali ed enogastronomici si è rivelato, in questa edizione, di buona qualità: a cominciare dalla presenza di validi scrittori ( Antonio Caprarica, Mariolina Venezia, Mario Grasso, Barbara Gallavotti) che hanno presentato i loro ultimi lavori. Validi anche i laboratori del gusto, le attrazioni degli artisti di strada, le sfilate dei bersaglieri, il raduno delle bande musicali: tanti momenti che hanno rallegrato la presenza dei forestieri e dei modicani lungo il corso Umberto. Le presenze in città – concentrate nella serata di venerdì e nelle giornate di sabato 7 e domenica 8 dicembre – hanno portato lavoro alle strutture ricettive, oltre che a bar, ristoranti e pizzerie senza raggiungere, però, quei grandi numeri che sarebbe lecito attendersi da una manifestazione come ChocoModica.
Accanto a questi aspetti positivi ce ne sono altri meno gratificanti: il cioccolato – protagonista principale della kermesse – è stato “contaminato” dalla presenza di stand dove si è venduto di tutto: dai panini con la salsiccia alla porchetta di Ariccia; dalle cipolle di Tropea al bollito con un bicchiere di vino: una offerta molto variegata che ha fatto la felicità di molti visitatori e che ha fatto storcere il naso a qualche commerciante locale che ha visto banchetti, sedie e tavoli spuntare come funghi lungo il Corso nel segno di una festa popolare che ha fatto passare in secondo piano l’Igp del cioccolato di Modica.
Da queste contraddizioni bisognerebbe partire per pensare alle prossime edizioni che dovrebbero avere un respiro nazionale e internazionale - magari concentrando la manifestazione in due/tre giorni - per veicolare le peculiarità di un prodotto che rischia di perdere la sua connotazione artigianale per diventare “ostaggio” di vere e proprie sagre. E crediamo che non sia questo il percorso che vogliono seguire i veri artigiani cioccolatieri modicani.