L'alluvione a Casteldaccia, per i periti la tragedia poteva essere evitata
E' ancora viva nella memoria la tragedia di Casteldaccia del 3 novembre 2018, quando l'esondazione del fiume Milicia, dovuta alle piogge intense, causò la morte di nove persone che si trovavano nella villetta abusiva costruita proprio vicino al letto del torrente. La tragedia poteva essere evitata, come si legge sul Giornale di Sicilia: è la tesi scaturita da una nuova perizia elaborata da un collegio composto dall'ingegner Calogero Valore, dal geologo Laura Rita Anna Ercoli e dalla professoressa Marcella Cannarozzo. Il collegio peritale è stato incaricato - dal procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio e dal sostituto Carmela Romano - di redigere una perizia "in materia geologica-geotecnica al fine di procedere alla ricostruzione delle cause che hanno determinato il disastro verificatosi". I periti, nell'incidente probatorio che si è tenuto ieri al Tribunale di Termini Imerese davanti al gip Stefania Gallì, hanno sostenuto che la tragedia era evitabile. I proprietari della villetta, Antonino Pace e Concetta Scurri, sono stati iscritti poco dopo la tragedia nel registro degli indagati. Con il tempo, l'inchiesta si è allargata nei confronti di alcuni amministratori e persone con incarichi di responsabilità al Comune di Casteldaccia. L'inchiesta coinvolge, infatti, anche Giovanni Di Giacinto, sindaco dal 2018 al 2019; Fabio Spatafora, sindaco dal 2013 al 2018; Maria De Nembo, responsabile della Protezione civile di Casteldaccia; Rosalba Buglino, Alfio Tornese e Michele Cara Pitissi, tutti e tre dell'Ufficio comunale con competenze in materia di sanatoria o condono edilizio, demolizioni e acquisizioni al patrimonio comunale degli immobili abusivi non demoliti dal 2008 al 2017. I reati per cui si procede sono disastro colposo e omicidio.