Casa del Pellegrino, a rischio 14 posti: i lavoratori scrivono al sindaco di Siracusa
Quattordici lavoratori, ex dipendenti della casa del Pellegrino di Siracusa, rischiano di perdere il posto di lavoro. Si erano costituiti in cooperativa per poter gestire la struttura ricettiva religiosa, ma la società è stata venduta all'asta ad una cordata di imprenditori, che però non interloquisce con la coop. I lavoratori, così hannoscritto una lettera al sindaco di Siracusa, Francesco Italia, per denunciare le loro preoccupazioni, considerando che l'immobile della Casa del Pellegrino è di proprietà del Comune di Siracusa. Pubblichiamo il testo della lettera inviato a Italia.
Caro Signor Sindaco, le scriviamo questa lettera aperta per informarla della situazione che sta coinvolgendo noi e le nostre famiglie. Siamo gli ex dipendenti di Casa del Pellegrino srl. Nel 2018, al termine di una lunga procedura di crisi aziendale culminata con il fallimento della Società, i vertici della Curia siracusana ci hanno consigliato di costituirci in cooperativa di dipendenti per poter salvaguardare i nostri posti di lavoro continuando a gestire la Casa del Pellegrino, operazione che ci è costata 16 mila euro. Abbiamo in questa operazione perso il saldo di buste paga e di ore lavorative e di ferie non godute. Abbiamo inoltre speso 14 mila euro in migliorie realizzate presso la struttura in questo ultimo anno. Dal momento in cui è iniziata la procedura fallimentare abbiamo versato alla curatela ogni tre mesi la somma di € 13.339,17 a titolo di canone per l’affitto dell’azienda. Nel momento in cui il curatore fallimentare ha pubblicato l’avviso di vendita, ci è stato riconosciuto un diritto di prelazione che comunque è stato reso sostanzialmente inefficace dalla necessità di acquisire preventivamente il consenso a mantenere la gestione da parte del Rettore del Santuario e del Sindaco. Il Rettore tramite pec del 2.10.2019 ci comunicava che “gli obblighi e i veti scaturenti dal contratto di comodato stipulato con il Comune di Siracusa mi impediscono di prendere in debita considerazione la proposta da voi inoltratami. In particolare mi è fatto divieto di cedere a terzi il disciplinare per la gestione dell’immobile concesso in comodato”. In una successiva pec del 13.11.2019 ci comunicava “con il predetto contratto vengono regolati i rapporti tra il Santuario Madonna delle Lacrime e il Comune ove è ictu oculi evidente che il rilascio della concessione è intuito personae sia dell’immobile che della gestione. Pertanto non può essere ceduta a terzi a pena della risoluzione del contratto stesso”. Di conseguenza noi non siamo stati posti nella condizione di partecipare all’asta per l’acquisto dell’azienda e con, grande stupore, viste le determinazioni del Rettore riguardo l’impossibilità di cessione a terzi della struttura, abbiamo appreso che all’asta tenutasi in data 19.12.2019 la A.PRO.TU.R. (Azienda di Promozione Turistica) si è aggiudicata l’azienda. Secondo un verbale di adunanza del consiglio direttivo, A.PRO.TU.R. avrebbe acquistato l’azienda per poi donarla al Santuario (!!!). Posto il netto rifiuto oppostoci dal Rettore, non abbiamo nemmeno potuto azionare il nostro diritto di prelazione, poiché lo stesso Rettore a noi non consentirebbe di proseguire nella gestione dell’azienda (pur avendone pieno diritto per legge), ma consente la gestione di un soggetto terzo, formalmente del tutto estraneo al Santuario. In data il 4 febbraio abbiamo ricevuto una pec dal curatore avv. Marco Rodante in cui “Premesso che sono ancora in corso gli adempimenti per il trasferimento” lo stesso ci avvisa della risoluzione del contratto di affitto, invitandoci a pagare il canone di affitto per gli ultimi tre mesi all’A.PRO.TU.R. Abbiamo intuito che qualcosa non andava: se A.PRO.TU.R. non è terzo perché compra per donare al Santuario? Per quanto ci è dato sapere dai documenti presentati in Tribunale, della A.PRO.TU.R. fanno parte imprenditori e professionisti quali l’avv. Giambattista Rizza, l’avv. Carmelo Fabio Chimirri (componente del Consiglio degli Affari Economici del Santuario e del Consiglio Pastorale del Santuario), il dott. Gabriele Burgio (presidente dell’UNITALSI di Siracusa), il sig. Giuseppe Gianninoto, il sig. Arturo Linguanti, il sig. Paolo Martorana. Per conseguire l’acquisto dell’azienda A.PRO.TU.R. ha ricevuto una lauta donazione dalla ditta Laudani srl. Recentemente, lo scorso 7 febbraio, il presidente dell’A.PRO.TU.R., l’avv. Rizza ha rilasciato su Buffa tv 4.0 un’intervista nella quale dice: “Abbiamo raccolto una somma non indifferente per comprare all’asta quello che si vendeva di Casa del Pellegrino e cerchiamo insieme a tanti altri amici che rappresentano settori del mondo dell’imprenditoria e del lavoro di creare uno sbocco al turismo religioso”. Ma, secondo quanto annunciato, non avrebbero dovuto donare tutto al Santuario? Allora non ci sarà alcuna donazione? Quindi le chiediamo: perché noi che gestivamo in continuità aziendale e in forza dell’art.11 del decreto legge n. 145/2013, convertito in legge n. 9/2014 risultavamo terzi e questa associazione non è da considerarsi terza? La gestione della struttura in capo alla A.PRO.TU.R. avviene in violazione di quanto previsto nella convenzione siglata nel 1997 tra Comune ed Ente chiesa, in cui a quest’ultimo è fatto espresso divieto di cedere a terzi in tutto o in parte la concessione: la violazione di tale divieto comporta la decadenza della concessione. In ragione di quanto accaduto, La invitiamo a vigilare, verificando il rispetto della convenzione, e nel caso applicare l’art. 10 del contratto del 1997, revocando immediatamente la concessione di Casa del Pellegrino all’Ente Chiesa. Considerando che la nostra gestione nell’ultimo anno ha rispettato ciò che era espressamente scritto nel comodato d’uso, e cioè l’accoglienza di pellegrini riducendo le tariffe in precedenza applicate dalla gestione degli ecclesiastici e accogliendo anche chi viene a Siracusa per controlli medici o in fase pre operazione o post intervento presso l’Ospedale Umberto I, ci rivolgiamo a Lei in qualità di primo cittadino: è eticamente corretto chiudere gli occhi davanti a ciò che sta accadendo in questa città? Per l’ennesima volta i grandi imprenditori schiacciano i più piccoli anche se seguono la legge? E ciò deve essere visto e tollerato da tutti!!!