Siracusa, "10 giorni per fare il tampone" al paziente che abita a Rosolini
Il dirigente della Regione che abita a Rosolini, ma che lavora a Siracusa, (del quale non facciamo il nome per la privacy) che ha contratto il covid-19, stava male dallo scorso 1 marzo. Aveva la tosse e la febbre, ma gli avevano detto che non rientrava fra i soggetti che andavano sottoposti al tampone. A rivelarlo è un amico di Rosolini del professionista che si trova ricoverato in un'ala del reparto Infettivi dell'Umberto I di Siracusa che sbotta: "Sono state scritte e dette tantissime fesserie, come ad esempio che sarebbe stato fatale un viaggio fatto dallo stesso a Firenze con una delegazione della Regione siciliana. L'ultima volta che è andato a lavorare a Siracusa è stato il 27 di febbraio. Poi è rimasto a Rosolini con la sua famiglia, che fortunatamente non è rimasta contagiata. Dico soltanto che è stato sottoposto al tampone del covid-19 dopo 10 giorni che stava male. L'esito del secondo test, risultato positivo, è arrivato soltanto venerdì scorso". Insomma ci sarebbero stati ritardi nella diagnosi, nonostante il paziente accusasse i sintomi del coronaviru. Intanto da quanto si apprende da fonti ospedaliere, il professionista reagisce positivamente alla terapia e le sue condizioni sono migliorate. Anche il geometra, collaboratore del dirigente della Regione, comincia a star meglio e respira con i suoi polmoni senza l'aiuto di macchine artificiali. I medici per entrambi i pazienti sono fiduciosi.