Focolaio del covid-19 alla Sovrintendenza di Siracusa, seconda vittima: era un'impiegata
Un'impiegata amministrativa della Sovrintendenza di Siracusa è morta questa mattina all'ospedale di Siracusa. Si tratta di Silvana Ruggeri, 52 anni. Era rimasta contagiata da covid-19, così come altri suo colleghi, dovrebbero essere una decina, non ultimo un un geometra, oramai fuori pericolo che si trova ricoverato al 'Trigona" di Noto. La vittima che abitava nella frazione siracusana di Cassibile, aveva accusato i sintomi del coronavirus e si era presentata spontaneamente al pre-triage perchè accusava i sintomi del coronavirus, ma secondo notizie attendibili, non sarebbe stata sottoposta nell'immediatezza al tampone. Poi la patologia si è fatta più grave ed è stata ricoverata in ospedale. La donna, che non era sposata, lavorava al Museo regionale Paolo Orsi di Siracusa. Silvana Ruggeri era stata assunta da una società partecipata della Regione e si occupava di Beni culturali.
Il suo decesso segue di 48 ore quello del direttore del Parco Archeologico di Siracusa, Calogero Rizzuto, scomparso a 65 anni, nel reparto di Rianimazione dell'Umberto I° dopo una serie di vicissitudini che adesso sono al vaglio del procuratore capo della Repubblica Sabrina Gambino. Adesso la paura è anta tra i lavoratori e non solo di coloro che sono risultati positivi al tampone. Il focolaio coinvolge la Sovrintendenza anche per gli spostamenti continui dei lavoratori da un sito all'altro.
Sulla morte di Silvana Ruggeri è la Cisl di Siracusa a prendere posizione. “I dipendenti del Paolo Orsi, tutti i custodi, non sono carne da macello. Si provveda immediatamente alla sospensione della loro attività provvedendo ad altre forme di sorveglianza. Queste donne e questi uomini non possono essere obbligati a garantire la presenza in un luogo che, evidentemente, deve essere sanificato.”
Così, il segretario generale della UST Cisl, Vera Carasi, ed il segretario generale della FP Cisl territoriale, Daniele Passanisi, reagiscono alla notizia della morte dell'impiegata.
“Avevamo già denunciato ieri quanto sta accadendo all’interno degli spazi di viale Teocrito – scrivono ancora i due segretari – Questa ulteriore tragica notizia impone, adesso, lo stop. Ci sono ancora custodi ai quali viene imposto, con una circolare che ritiene ‘indifferibile’ la loro presenza, di lavorare giorno e notte. Ai custodi, tra l’altro, non è stato mai effettuato un colloquio e, ancor di più, il tampone.
Tutto questo è assolutamente inaccettabile – concludono Vera Carasi e Daniele Passanisi – Serve un provvedimento immediato che tuteli la salute di questi lavoratori e delle rispettive famiglie. Controlli immediati su tutti loro, tampone e quarantena garantita per scongiurare qualsiasi complicazione".
PRESUNTI CASI DI MALASANITA': DENUNCIA DEL PARLAMENTARE PD ALL'ARS NELLO DIPASQUALE
“Continuano ad essere segnalati fatti di “malasanità” in diverse parti della Sicilia, si registrano ancora ritardi sia sull’accertamento dei contagiati che sulle tempistiche relative alle cure prestate ai casi più gravi, senza contare i mancati controlli su chi riesce a entrare nell’Isola senza averne diritto. La sensazione è che più di qualcosa non stia funzionando a dovere e su questo deve essere avviato all’Assemblea Regionale Siciliana un confronto serio con il presidente della Regione”. Lo dichiara l’onorevole Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico e segretario alla Presidenza dell’ARS.
“E’ davvero importante che il Governatore venga a chiarire la situazione con i parlamentari – continua Dipasquale – perché la Sicilia ha bisogno di certezze e garanzie, non polemiche col Governo nazionale o sterili dirette su Facebook. Nel frattempo a Siracusa, dopo la tragica storia dell’architetto Rizzuto, si registra una nuova vittima.
La famiglia di un 56enne di Leonforte, in provincia di Enna, ha raccontato che i sanitari hanno aspettato che l’uomo fosse quasi in fin di vita prima di effettuare un tampone e ricoverarlo. L’uomo ha cominciato a star male il 14 marzo, la febbre è salita a tal punto che neanche la Tachipirina è riuscita a farla scendere. Solo dopo alcuni giorni la decisione di ricoverarlo. L’uomo, cardiopatico e diabetico, adesso è intubato, ma all’Umberto I di Enna mancherebbe il Tocilizumab, il farmaco anti-artrite che combatte la grave infiammazione polmonare causata dal Covid-19. Il farmaco sarebbe stato richiesto diversi giorni fa, ma ancora non è arrivato. Su tutto questo, credo si debba fare presto chiarezza”.
“Dall’inizio dell’emergenza la Sicilia sta reggendo bene rispetto al resto d’Italia e soprattutto in confronto alle Regioni del Nord – conclude Dipasquale – ma ancora il picco dei contagi non è arrivato e, stando così le cose, con le falle registrate negli ultimi giorni, la situazione diventerà sempre più seria. Musumeci riferisca in Parlamento e si confronti con i parlamentari anche per concordare azioni più concrete”.