Lamorgese denuncia De Luca per vilipendio, il sindaco di Messina: noi in trincea
La sua foto più nota lo ritrae a torso nudo coperto della sola bandiera della Trinacria con nella mano destra un pinocchio di legno e, nella sinistra, una bibbia. Un modo singolare per protestare contro l'esclusione dalla commissione Bilancio dell'Ars che la diceva già lunga sul personaggio. Assiduo protagonista dei social, conosciuto per dirette Facebook a dir poco teatrali, Cateno De Luca, sindaco di Messina, torna agli onori delle cronache per le sue intemerate nei giorni dell'emergenza Coronavirus. Dall'annuncio dell'adozione di durissime restrizioni nei confronti dei concittadini adottate per scongiurare il contagio, alla corsa agli imbarcaderi della Caronte & Tourist per impedire lo sbarco da una nave dal Continente. Tutto, dice il primo cittadino, per proteggere i suoi dall'epidemia. Una serie lunghissima di trovate a effetto all'insegna del Messina First, con tanto di invettive contro il Viminale, reo, a suo dire, di non tutelare i siciliani e di aver minimizzato il rischio che l'afflusso di persone nell'isola potesse avere sulla diffusione del virus. Oggi, dopo giorni di polemiche, è arrivata la reazione della ministra dell'Interno Luciana Lamorgese che ha annunciato di aver trasmesso alla Procura della città dello Stretto una denuncia a carico di De Luca per vilipendio al Governo. Decisione - fanno sapere dal Viminale - assunta "a seguito delle parole gravemente offensive, e lesive dell'immagine per l'intera istituzione che rappresenta, pronunciate pubblicamente e con toni minacciosi e volgari".
La Procura aprirà un'indagine - De Luca ha già avuto diversi guai giudiziari - contestando al sindaco l'articolo 290 del codice penale che punisce con la multa da mille a 5mila euro "chiunque pubblicamente vilipende la Repubblica, le Assemblee legislative o una di queste, ovvero il Governo o la Corte costituzionale o l'ordine giudiziario".
Per questo genere di reati, perché si possa esercitare l'azione penale attraverso la richiesta di rinvio a giudizio o di emissione di decreto penale di condanna, è necessaria comunque l'autorizzazione del ministro della Giustizia. La risposta di De Luca non si è fatta attendere. Sempre rigorosamente su FB il sindaco ha fatto sapere al ministro Luciana Lamorgese che lui "la denuncia se la prende perché gli darà modo di difendersi nelle sedi opportune". "Lei faccia il suo mestiere, che io faccio il mio - ha ribattuto in video rivolgendosi al ministro - Non mi fermo, perché non è pensabile che chi sta sopra le nostre teste possa continuare a dileggiare i Comuni, i sindaci e la popolazione".
In serata una parziale marcia indietro. "Io l'ho fatto come grido di dolore - ha spiegato -, mi scuso per la forma. Signor ministro noi siamo in trincea, in questo momento l'interesse nostro è difendere la vita delle persone. Se vuole fare denunce lo faccia ma eviti la pressione mediatica. Il sindaco, nei giorni scorsi, aveva annunciato l'utilizzo di droni nella città per controllare e richiamare i cittadini che non rispettano i divieti. "Non vedo l'ora di controllare tutti con gli schermi - aveva minacciato -, droni ovunque, che come vi beccano vi dirà con la mia voce registrata sul drone: 'torna a casa, che c.. stai facendo?".