Ospedale di Siracusa da paura, 12 tra medici e infermieri contagiati dal coronavirus
L'Ospedale Umberto I di Siracusa potrebbe rivelarsi un focolaio dell'epidemia da coronavirus, con 12 casi tra medici e infermieri appartenenti a tre reparti. "Un altro medico ed un infermiere del Pronto soccorso dell' ospedale di Siracusa sono positivi", ha svelato il segretario provinciale della Cgil, Roberto Alosi che, rivolgendosi all'azienda sanitaria, al prefetto ed al sindaco di Siracusa, chiede la chiusura del reparto, già falcidiato dal Covid-19 la settimana scorsa con la positività del primario e di altri due medici. "Il rischio ormai acclarato di diffusione - denuncia il segretario provinciale della Cgil di Siracusa - incontrollato del contagio è intollerabile. Si chiuda il pronto soccorso, si proceda immediatamente ad attrezzare un' area alternativa e si sanifichino tempestivamente tutti gli ambienti. E soprattutto si sottopongano immediatamente tutti gli operatori sanitari ai tamponi e li si doti di protezioni in quantità sufficiente".
Intanto la direzione dell'Asp di Siracusa a scoppio ritardato ha deciso di sottoporre ai tamponi tutto il personale sanitario dell'ospedale Umberto I dopo l'arrivo dei reaganti, la cui mancanza, in questi giorni, aveva paralizzato i test.
La settimana scorsa, al termine di un vertice in Prefettura, la Regione aveva disposto l'arrivo a Siracusa di un Covid team, composto da tre professionisti, per la gestione dell'emergenza coronavirus a Siracusa. Sono Cristoforo Pomara, Bruno Cacopardo e Paolo Murabito: Pomara è ordinario di Medicina Legale all'Università di Catania; Cacopardo è ordinario di Malattie Infettive, mentre Murabito è un anestesista. Inoltre, Pomara e Cacopardo fanno parte del comitato tecnico-scientifico regionale, allestito proprio per fronteggiare l'emergenza Covid. Tra i primi provvedimenti, dei manager sanitari c'è stato lo sdoppiamento del Pronto soccorso per evitare promiscuità tra i pazienti. L'Asp di Siracusa ha comunque fornito il numero delle pazienti guariti. "Cresce il numero - spiega l'Azienda - dei pazienti ricoverati che hanno superato la fase critica, tornati a casa in isolamento o trasferiti al Covid di Noto fino allo scadere dei 14 giorni per l'esecuzione, secondo protocollo, dei due tamponi l'uno a distanza di 24 ore dall'altro che confermeranno la negativizzazione e quindi la guarigione sierologica dalla malattia. Sono ad oggi 24 i pazienti guariti clinicamente, cioè con la scomparsa dei sintomi, 2 guariti sierologicamente, 16 sono stati dimessi a casa in isolamento in attesa dei due tamponi, 17 trasferiti al Covid di Noto da dove 4 hanno già fatto rientro a casa. In tutto i pazienti al momento ricoverati in provincia di Siracusa sono 44, 13 al Covid di Noto, 20 al Covid Center di Siracusa, 5 al Covid dell'ospedale Muscatello, 3 al Covid pneumologia dell'Umberto I, 3 in terapia intensiva".
Intanto domani sera anche Report su Rai 3 alle 21,20 si occuperà di tamponi da Nord alla Sicilia.
Report è stato anche in Veneto dove la strategia adottata in provincia di Padova ha fermato il contagio. Lo scorso 23 marzo intanto muore per coronavirus il direttore del parco archeologico di Siracusa, Calogero Rizzuto. Nei primi giorni di febbre gli viene negato il tampone. Viene ricoverato in ospedale solo quando è già molto grave. Intanto si contagia la sua più stretta collaboratrice, che morirà due giorni dopo di lui. Si contagiano anche altri colleghi, alcuni vengono ricoverati, altri restano in isolamento a casa. Ma quali sono le misure di contenimento e prevenzione prese dalle istituzioni? E come funziona il sistema dei laboratori accreditati per analizzare i tamponi? Ma negli ospedali, anche quelli che si tenta di adeguare all'emergenza, medici e infermieri lottano con dispositivi inadeguati, tende per il pre-triage posizionate nei luoghi sbagliati, intere zone prive di strutture, mentre ospedali fantasma attendono di essere inaugurati. Si vedrà infine come evolve la situazione in Cina, tra la riapertura di Wuhan e la paura dei contagi di ritorno.