Tribunale di Ragusa, offensiva dei sindacati: troppi rischi per lavoratori e utenti
Offensiva dei sindacati di categoria sui problemi strutturali del Tribunale di Ragusa in vista della “Fase 2” dell’emergenza Coronavirus e su alcune disposizioni del presidente, Biagio Insacco. Disposizioni che, secondo Cgil, Cisl e Uil, metterebbero a rischio la salute dei lavoratori in un momento drammaticamente delicato per tutti.
I rappresentanti sindacali hanno messo nero su bianco le loro rivendicazioni in un documento inviato, oltre che al presidente del Tribunale, al prefetto di Ragusa, Filippina Cocuzza, al direttore dell’Ispettorato per la Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio, Michele Palma, al presidente della Corte d’Appello di Catania, Giuseppe Meladiò, nonché alle Segreterie Confederali Territoriali, Regionali, Nazionali FPCGIL -CISL FP –UILPA.
A dare la stura alla protesta dei sindacati, l’estensione dell’orario di apertura al pubblico dell’ufficio notifiche e protesti per l’accettazione ed il deposito degli atti la cui mancata, urgente notifica potrebbe arrecare grave pregiudizio alle parti. Le sigle sindacali, in particolare, chiedono che venga rivista la disposizione sull’orario di accettazione di questi atti, disposizione che prevede la durata di apertura di due ore e trenta minuti al giorno.
Ma è solo la punta di un iceberg del problema-sicurezza al Tribunale di Ragusa. “Ci sorprende e preoccupa non poco – afferma, tra l’altro, la nota - in questo momento di emergenza epidemiologica, la ricaduta in termini di sicurezza, prevenzione e protezione della incolumità dei lavoratori e dell’utenza interessata, derivante dall’ampliamento degli orari ordinari”.
Non solo. Cgil, Cisl e Uil chiedono al presidente del Tribunale di preparare una strategia organizzativa, sicura e condivisa, in vista della ripresa graduale dell’attività per evitare il sovraffollamento della struttura centrale di via Natalelli e delle sedi distaccate del Palazzo INA ed ex Sip. Sarebbe opportuno valutare l’adozione di forme di “co- working” nelle sedi giudiziarie soppresse del circondario, vale a dire il Palazzo di giustizia di Modica e la sede distaccata di Vittoria. Ciò permetterebbe ai lavoratori residenti in prossimità di queste strutture (pronte ad ospitare uffici giudiziari) di svolgere la propria attività lavorativa anche in alternativa o affiancandovi il cosìddetto lavoro agile.
Non è certo un mistero che gli immobili al servizio del Tribunale di Ragusa siano stati più volte dichiarati inadeguati per carenze strutturali e logistiche, soprattutto per quel che riguarda gli angusti locali che ospitano gli uffici del Palazzo di giustizia di via Natalelli dove appare utopistico garantire il distanziamento sociale previsto dalla fase 2 dell’emergenza Coronavirus. A meno che non si vogliano sperperare ancora soldi pubblici per affittare altri locali continuando ad ignorare la disponibilità “a costo zero” delle strutture esistenti a Modica e Vittoria. Ma, in questo caso, dovremmo parlare di una palese illegalità.