Traffico internazionale di rifiuti, 69 operatori del porto di Salerno indagati
Corruzione, peculato, falso, contrabbando e traffico internazionale di rifiuti sono i reati contestati a 69 indagati dalla procura di Salerno in un'operazione affidata alla Guardia di Finanza che ha eseguito le misure cautelari in provincia di Salerno, Avellino, Caserta e Napoli. Il provvedimento riguarda funzionari doganali, personale sanitario, spedizionieri, dipendenti di società operanti nel porto di Salerno. Il provvedimento riguarda funzionari doganali, personale sanitario, spedizionieri, dipendenti di società operanti nel porto di Salerno, indagati a vario titolo, in concorso, per ipotesi di peculato, corruzione, favoreggiamento personale, falso, traffico di influenze illecite, accesso abusivo a sistemi informatici, ricettazione, contrabbando e traffico internazionale di rifiuti.
Secondo la Procura di Salerno, inoltre, ci sarebbero stati accordi corruttivi finalizzati a predisporre controlli fittizi sulle merci sottoposte a verifica, sia dal punto di vista amministrativo che da quello sanitario. In particolare sarebbero state versate somme di danaro o altre utilità a funzionari compiacenti che, in cambio, non avrebbero svolto i loro compiti istituzionali. Nel corso delle indagini sono stati appurati anche diverse azioni predatorie su merci allocate nei container: in un brevissimo arco temporale sono stati appurati 53 episodi di appropriazione indebita di merci. Oggetti anche di scarso valore ma che, ha sottolineato il generale della Guardia di Finanza, Danilo Petrucelli, "evidenzia la mancanza di rispetto nei confronti della cosa pubblica". Prezioso ai fini delle indagini è stato il contributo della Direzione Centrale Antifrode e Controllo dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Roma che ha anche partecipato all'esecuzione della misura nei confronti dei propri dipendenti. Fondamentali ai fini investigativi sono risultate le intercettazioni telefoniche e ambientali audio/video all'interno degli uffici doganali.