Sgomberati a Torino i 43 senza casa accampati sotto il Municipio
Sono iniziate questa mattina le operazioni di accompagnamento al V Padiglione di Torino Esposizioni delle persone senza dimora presenti da alcuni giorni in piazza Palazzo di Città a Torino. Un trasferimento, spiega il Comune, in un luogo gestito dalla Croce Rossa, pulito, sicuro e attrezzato con i necessari servizi per l’igiene personale dove sarà possibile ascoltare le loro esigenze e, a differenza di quanto poteva avvenire in piazza, svolgere i colloqui in un clima sereno e discreto, oltre a verificare la loro situazione documentale e a procedere ai necessari controlli medici, anche in relazione alle disposizioni sulle attività sanitarie di prevenzione e contenimento del contagio da Covid-19. Il compito di effettuare i tamponi sarà affidato all’Unità di crisi e gli esiti saranno garantiti in tempi brevi affinché, per coloro che risulteranno negativi all’esame, si potrà procedere all'inserimento in spazi di accoglienza della città: dormitori o altre abitazioni temporanee riservate a persone fragili, i cui posti sono stati incrementati di numero nelle ultime settimane per meglio rispondere alle necessità generate dalla situazione di emergenza sanitaria.Per trasferire i senza dimora da piazza Palazzo di Città al V Padiglione di Torino Esposizioni, effettuare i controlli sanitari e assicurare loro le eventuali cure mediche, è stata emessa un’apposita ordinanza della sindaca.
Lo sgombero delle 43 persone che da 8 giorni dormivano in piazza del Comune è iniziato alle 6 di oggi. Lo schieramento delle forze dell’ordine, che hanno chiuso gli accessi alla piazza, ha dato il via allo sgombero, con l’ausilio della Croce Rossa, intervenuta con 20 operatori e 8 mezzi. Sono stati allestiti due punti di screening per la misurazione di temperatura e saturazione. "Nel’hub temporaneo verrà fatto il tampone a tutti, e all’arrivo dei risultati, saranno individuati percorsi di inserimento", ha spiegato Antonino Iaria, assessore all'Urbanistica del Comune di Torino.
"Di fatto - ha spiegato l'avvocato Gianluca Vitale - si tratta di uno sgombero del presidio a conferma che c'era bisogno di una risposta che non fosse muscolare. Quello che lascia l'amaro in bocca è che qualcuno pensava che chiudendo piazza d'Armi le persone sparissero, non era così e c'era bisogno di una soluzione alternativa. Se si fosse pensato prima a un posto e poi a chiudere l’emergenza freddo tutto questo non sarebbe successo e si sarebbero evitati 8 giorni di sofferenza".