Covid e mazzette in Sicilia, 10 arresti a Palermo: presi manager e faccendieri
Appalti per 600 milioni di euro. Una vasta torta della sanità siciliana su cui avevano messo le mani di manager regionali infedeli, faccendieri e imprenditori, secondo quanto ricostruito nell'inchiesta culminata nell'operazione "Sorella sanita'", della Guardia di finanza coordinata dalla procura di Palermo, che ha portato all'esecuzione di 12 misure, tra cui quelle a carico del manager dell'Asp di Trapani e del responsabile regionale dell'emergenza coronavirus. Analizzate 4 procedure ad evidenza pubblica interessate da condotte di turbativa, aggiudicate a partire dal 2016, il cui valore complessivo sfiora i 600 milioni di euro, aventi ad oggetto la gestione e manutenzione apparecchiature elettromedicali, bandita dall'Asp 6 del valore di 17.635.000 euro; servizi integrati manutenzione apparecchiature elettromedicali - bandita dalla Centrale unica di committenza del valore di 202.400.000 euro; fornitura vettori energetici, conduzione e manutenzione impianti tecnologici - bandita dal Asp 6 del valore di 126.490.000 euro; servizi di pulizia per gli enti del servizio sanitario regionale - bandita dalla Cuc del valore di 227.686.423 euro. Le "spregiudicate condotte illecite", sottolineano le Fiamme gialle, garantivano "l'arricchimento personale dei pubblici ufficiali infedeli e dei loro intermediari, mediante l'applicazione di un tariffario che si aggirava intorno al 5% del valore della commessa aggiudicata.
L'indagine, che coinvolge imprenditori e funzionari pubblici, ha portato all'arresto di dieci persone accusate, a vario titolo, di corruzione. Gli investigatori avrebbero accertato un giro di mazzette che ruotava intorno alle gare indette dalla Centrale Unica di Committenza della Regione Siciliana e dall'ASP 6 di Palermo per un valore di quasi 600 milioni di euro.
C'è anche Antonio Candela, 55 anni, attuale Coordinatore della struttura regionale per l'emergenza Covid-19 in Sicilia, tra i dieci arrestati dell'operazione della Guardia di Finanza su alcuni appalti pubblici milionari della sanità. Candela, che è ai domiciliari, è stato Commissario Straordinario e Direttore generale dell'Asp 6 di Palermo. Proprio alcune gare indette dall'Asp di Palermo, secondo gli inquirenti, sarebbero al centro di un giro di mazzette.
Tra i dieci arrestati dell'operazione della Guardia di Finanza su un giro di mazzette che ruotava attorno ad alcuni appalti milionari della Sanità in Sicilia figura anche l'attuale direttore dell'Asp 9 di Trapani Fabio Damiani, di 55 anni. Il manager è finito in carcere insieme a un faccendiere che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato il suo "referente" nel sistema delle tangenti, Salvatore Manganaro, 44 anni, originario di Agrigento.
INOMI DEGLI ARRESTATI E DEGLI INDAGATI: COINVOLTO AL PRESIDENTE DI PFE SALVATORE NAVARRA
Gli indagati colpiti dall'ordinanza di misure cautelari firmata dal Gip del tribunale di Palermo sono complessivamente 12, dieci dei quali sono stati arrestati. Sono finiti in carcere Fabio Damiani, 55 anni, attuale direttore generale dell'Asp di Trapani, e Salvatore Manganaro, 44 anni di Agrigento un faccendiere indicato dagli investigatori come referente di Damiani. Ai domiciliari sono finiti Antonio Candela, 55 anni, attuale coordinatore della struttura regionale per l'emergenza Covid-19, già commissario straordinario e direttore generale dell'Asp 6 di Palermo; Giuseppe Taibbi, 47 anni di Palermo, ritenuto il faccendiere di riferimento di Candela; Francesco Zanzi, 56 anni, di Roma, amministratore delegato della Tecnologie Sanitarie Spa; Roberto Satta, 50 anni di Cagliari, responsabile operativo della Tecnologie Sanitarie Spa; Angelo Montisanti, 51 anni di Palermo, responsabile operativo per la Sicilia di Siram Spa e amministratore delegato di Sei Energia scarl; Crescenzo De Stasio, 49 anni di Napoli, direttore unità business centro sud di Siram Spa; Ivan Turola, 40 anni, di Milano, referente occulto di Fer.Co. srl; Salvatore Navarra, 47 anni di Caltanissetta, Presidente del consiglio di amministrazione di PFE Spa. E' stata invece applicata la misura del divieto temporaneo di esercitare attività professionali, imprenditoriale e pubblici uffici nei confronti di Giovanni Tranquillo, 61 anni, di Catania referente occulto di Euro&promos Spa e di PFE Spa, e di Giuseppe Di Martino, 63 anni, originario di Polizzi Generosa, ingegnere e membro di commissione di gara. Sono tutti a vario titolo indagati per corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e turbata libertà degli incanti. Con lo stesso provvedimento il gip ha disposto il sequestro preventivo di 7 società, con sede in Sicilia e Lombardia, nonché di disponibilità finanziarie per 160.000 euro, quale ammontare allo stato accertato delle tangenti già versate: le tangenti promesse ai pubblici ufficiali raggiungerebbe tuttavia una cifra pari ad almeno 1.800.000 euro, su gare per un importo complessivo di quasi 600 milioni di euro.
Durante il periodo in cui rivestiva la carica di direttore generale dell'Asp di Palermo, la più grande della Sicilia, Antonio Candela era stato protagonista di numerose iniziative per la trasparenza e la legalità. Tanto da ricevere i complimenti dell'allora presidente della Regione Rosario Crocetta e dell'assessore alla Sanità del tempo, Lucia Borsellino, per i risparmi ottenuti dalla sua gestione. In particolare Candela aveva revocato diverse gare d'appalto con risparmi per circa 54 milioni di euro: 10 per la base d'asta della fornitura di pannoloni, 6 per la base d'asta dei sistemi informativi dell'azienda, 18 per l'appalto dei sistemi di vigilanza e circa 20 milioni il servizio di gestione e manutenzione degli impianti tecnologici. "Un record raggiunto - aveva spiegato Antonio Candela - con una serie di aggiustamenti che tengono conto anche di alcuni fattori prima non inclusi nelle ex basi d'asta delle gare". Contro queste revoche erano stati presentati diversi ricorsi al Tar, al Cga e al Consiglio di Stato, quasi sempre i giudici avevano dato ragione all'ex manager. Il quadro che emerge dalle intercettazioni dell'inchiesta nei confronti dell'ex manager dell'Asp di Palermo non è tuttavia quello di una paladino della legalità ma di una "pessima personalità", come scrive il Gip nella sua ordinanza. "Ricordati che la sanità è un condominio, io sempre capo condominio rimango", dice Candela senza sapere di essere intercettato. (ANSA). NU-Y93 21-MAG-20 07:27 NNN
(Nella foto Antonio Candela, coordinatore emergenza covid-19 in Sicilia ed il manager dell'Asp di Trapani, Fabio Damiani)