Ospedale di Modica, le priorità dopo l’emergenza: inutili le querele di Razza
La decisione dell’assessorato regionale alla Salute di scegliere il Maria Paternò Arezzo di Ragusa Ibla come Covid Hospital per la fase di post-emergenza, è al centro di polemiche tra l’assessore Ruggero Razza e il sindaco di Modica, Ignazio Abbate. Razza ha addirittura annunciato querela al sindaco, accusato di allarmare la popolazione, di diffondere notizie false, di mestare nel torbido: in una nota l’assessore afferma di “essersi scocciato”. Parole non proprio “istituzionali”, in risposta al timore del sindaco di una possibile diminuzione dei finanziamenti promessi a favore del “Maggiore” di Modica che ha svolto un lavoro estremamente professionale nella fase di emergenza del Covid.
“Per l’ospedale di Modica – afferma Razza – l’Asp ha chiesto un finanziamento per la Terapia intensiva che vedrà riconosciuto, ma al sindaco questo non basta”.
E, in effetti, potrebbe non bastare dal momento che il “Maggiore” ha un bacino di utenza di gran lunga maggiore rispetto a Ragusa e Vittoria e, quindi, avrebbe bisogno di essere potenziato. E, questo, non si fa certamente minacciando querele e accusando un sindaco di dire “balle”. Forse, l’assessore Razza, potrebbe confrontarsi con il territorio per toccare con mano i problemi più volte segnalati e cercare di risolverli.
A questo scopo potrebbero servire le dichiarazioni di un altro sindaco, quello di Pozzallo, Roberto Ammatuna, ex primario del Pronto soccorso dell’ospedale di Modica.
"Il trasferimento della funzione di Covid Hospital dal “Maggiore” al “Maria Paternò Arezzo” - afferma Ammatuna - non è una cattiva notizia per il comprensorio di Modica.
Era ora che il “Maggiore” ritornasse nella sua normale funzione di nosocomio in grado di affrontare le emergenze con la piena funzionalità di tutte le Unità Operative specialistiche. Gli abitanti di tutti i Comuni, non aspettavano altro. Finalmente, tutte le emergenze vengono trattate e tutti i reparti riprendono la loro normale attività di diagnosi e cura. Certamente in questi tre mesi, il Maggiore ha sacrificato gran parte della sua normale attività per affrontare, al servizio dell'intero territorio ibleo ma anche di quello siracusano, l'emergenza coronavirus e ha saputo svolgere questa attività nel migliore dei modi possibili.
Questo risultato così importante, non può non avere soltanto il ringraziamento di tutti i cittadini, ma anche quello dell'assessore regionale alla Salute che deve adottare dei provvedimenti che ne potenzino l'intera struttura.
Prima di tutto, devono essere aumentati i posti letto in Terapia Intensiva, devono essere ampliati gli asfittici organici di medici ed infermieri, deve essere potenziato il servizio del Pronto Soccorso, devono assolutamente essere aumentati i posti letto per acuti, causa principale degli intasamenti dei pazienti nel Pronto soccorso".
Cosa accade, inoltre, con la regola del distanziamento di tre metri tra un posto letto e l'altro? Per le nuove regole anti-covid, non solo non viene ripristinato il normale numero dei posti letto per acuti, ma addirittura questi sono diminuiti con l'inevitabile risultato di fare stazionare, in tempi lunghissimi ed intollerabili, i pazienti nel Pronto soccorso in attesa di ricovero. Tutto questo è assolutamente inaccettabile.
Ed è questa la vertenza che deve essere aperta con l'assessore regionale, Razza che non può esimersi dal dare delle risposte chiare e precise. La gente del comprensorio di Modica, chiede alla Regione di non sostare ore al Pronto soccorso per l'insufficienza del personale che in esso opera, di essere ricoverata rapidamente ed assistita da un numero sufficiente di medici ed infermieri, di avere un numero di posti letto in Terapia Intensiva in grado di affrontare qualsiasi emergenza e di poter eseguire tutte le visite e gli accertamenti specialistici in tempi ragionevoli".
Questi problemi non possono essere risolti nelle aule dei Tribunali a colpi di querele, e i sindaci hanno il dovere di portare all’attenzione delle istituzioni le esigenze dei cittadini che rappresentano, anche senza il supporto di quei deputati, sempre pronti ai “bla bla” di circostanza, salvo, poi, a nascondersi quando c’è da esaudire le richieste dei cittadini che hanno dato loro fiducia. Un compito difficile, è vero, ma da svolgere quasi come una missione quando si tratta della salute della gente.
E, quindi, se un sindaco chiede per l’ospedale della sua città gli otto posti di osservazione breve al Pronto soccorso, o i lavori di sistemazione dei reparti di Pediatria e di Rianimazione, o i concorsi per primario, non allarma di certo la popolazione. Fa soltanto il suo dovere. E le istituzioni devono ascoltarlo. Perchè così funziona la democrazia e la rappresentanza politica, quel concetto, cioè, secondo il quale “una persona non agisce in nome e per conto suo, ma nella vece e nell’interesse di altri, della collettività”!