Recovery fund, Conte: "L'Europa sotto ricatto dei Paesi frugali"
"L'Europa è sotto ricatto dei Paesi frugali". Lo dice il premier Giuseppe Conte al termine della seconda giornata di lavori del Consiglio europeo sul Recovery fund. Con Mark Rutte "ho un buon rapporto personale", poi lo "scontro è stato durissimo": "La sua richiesta di porre il veto e coinvolgere il Consiglio europeo anche nella fase attuativa è indebita dal punto di vista giuridico, politico e poco praticabile in concreto. Ma non si è mai permesso di chiedermi questa o quella riforma", prosegue Conte. "Sullo stato di diritto ci stiamo confrontando, ne abbiamo discusso a cena: alcuni Stati non accettano che le poste di bilancio siano legate allo stato di diritto".
Intanto riprenderà alle 12 la riunione plenaria del Consiglio europeo in corso a Bruxelles sul bilancio pluriennale comunitario 2021-2027 e sul Recovery plan post pandemico. I 27 capi di Stato e di governo, al terzo giorno di trattative sono ancora alla ricerca di un compromesso che metta d'accordo tutti. Ieri sera, secondo fonti diplomatiche a Bruxelles, il presidente del Consiglio Ue Charles Michel non ha presentato alla cena di lavoro una nuova proposta di mediazione, ma solo un "aggiornamento" del non paper di ieri. Nonostante diverse consultazioni e riunioni a gruppi, durante tutto sabato pomeriggio, permangono divisioni sull'ammontare del piano, la quota di sovvenzioni a fondo perso rispetto ai prestiti e i meccanismi di governance per controllarne l'erogazione. I Paesi del Sud Europa, tra cui Italia, Spagna e Portogallo, quelli più colpiti dalla pandemia, ma anche Francia e Germania sostengono la proposta della Commissione e della presidenza del Consiglio Ue, che nell'ultima proposta di Michel lasciava il piano totale a 750 miliardi di euro e che prevedeva 450 miliardi in grants, di cui 325 miliardi nel Recovery and Resilience Facility. Ma quattro Paesi sedicenti Paesi "frugali" - Austria, Danimarca, Olanda e Svezia - hanno presentato nel pomeriggio di oggi una controproposta in cui chiedono di abbassare drasticamente le sovvenzioni a fondo perso (grants), portandole a 155 miliardi di euro nel Rrf Facility, e di eliminare altri 190 miliardi di euro dal piano generale Next Generation Eu.