Catania, spacciavano durante lockdown: arrestati due fratelli ragusani
Agenti del Commissariato Librino di Catania hanno eseguito lunedì l'ordinanza di custodia cautelare presso il carcere di Ragusa nei confronti dei fratelli Fabio e Mario Poidomani, rispettivamente di 23 e 26 anni, soggetti già noti alla Polizia di Stato in quanto annoverano precedenti penali in materia di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, in ultimo arrestati in data 22/05/2020 poiché, in concorso con altri soggetti, sono stati trovati in possesso di 61 dosi di cocaina e, nella circostanza, utilizzavano anche un cane come “guardiano” della droga occultata nei pressi della cuccia riposta sulla pubblica via.
Le indagini traggono origine nel periodo legato all'emergenza Covid-19; infatti, in detto lasso di tempo, i poliziotti hanno accertato, mediante l’acquisizione delle previste autocertificazioni volte a contenere il rischio da contagio Covid-19, che molte persone uscivano dalla propria abitazione, circostanza all’epoca dei fatti vietata senza giustificato motivo, per recarsi presso l'abitazione di detti fratelli (quartiere Villaggio Sant’Agata) al fine di acquistare droghe pesanti (crack e cocaina) e leggere (marijuana); ulteriori indagini, durate diversi mesi e che si sono tradotte in attività di osservazione e perquisizioni domiciliari, hanno consentito di notare la presenza di numerosi tossici che si recavano (a tutte le ore del giorno e della notte) in detti luoghi per comprare la droga e, a tal riguardo, in tanti, ai quali é stato contestato l'art. 75 del D.P.R 309/90, sequestrata la sostanza stupefacente e gli è stata ritirata la patente di guida in quanto ritenuti tossicodipendenti, hanno ammesso di averla acquistata dai suindicati fratelli. Non solo, nelle molteplici perquisizioni effettuate, sono stati rinvenuti soldi, materiale per confezionamento, sostanza stupefacente ma tutto ciò non ha frenato la citata attività di spaccio. I due fratelli sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari e, ciò nonostante, hanno continuato tranquillamente a spacciare da casa, anche per tale motivo, sono stati sottoposti alla traduzione in carcere con l'accusa del reato, continuato e in concorso, di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti, nello specifico droghe pesanti e leggere.