Palermo, l'Anfp ricorda Cassarà e Antioca massacrati da Cosa Nostra
Ricordare l'omicidio 35 anni fa di Ninni Cassarà e Roberto Antioca, crivellati da oltre 200 colpi di Kalashnikov, pochi giorni dopo l'assassinio di Beppe Montana, per "evitare che possa ripetersi quella stagione, in cui chi combatteva la mafia era solo". E' il monito che arriva dall'Associazione nazionale funzionari di polizia, evocando l'immagine della vedova di Cassarà che vide il marito morire dal balcone e "trovò tutte le porte dei vicini sbarrate mentre invocava aiuto". "Nessuno pensi che la mafia sia stata debellata, lo dimostra l'arresto di ieri del figlio di Tano Badalamenti per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti", dice il segretario nazionale Enzo Letizia , ricordando un altro triste anniversario, la morte del Procuratore Capo di Palermo Gaetano Costa. Il pericolo mafia resta attuale, anzi la crisi economica del Paese rappresenta "il terreno fertile" per i clan "sia per il reclutamento di nuovi componenti sia per sfruttare le conseguenti degenerazioni sociali e imprenditoriali". Perciò, non solo occorre "tenere alta la guardia sui ssitemi corruttivi dell'apparato politico-amministrativo con particolare riferimento ai settori delle concessioni pubbliche, dell'edilizia e dell'erogazione di misure economiche di sostegno emergenziale, ma è necessario che venga, anche, rafforzata e stimolata la collaborazione con le associazioni di categoria attive sul territorio come Confindustria, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti per l'individuazione delle aree sensibili d'intervento investigativo. La mafia si batte attraverso una sicurezza condivisa" conclude Letizia.