Dolore e polemiche a Caronia, il papà di Gioele: 5 ore per trovare mio figlio
"Cinque ore di lavoro di un volontario rispetto a 15 giorni di 70 uomini esperti mi fanno sorgere dei dubbi oggettivi sui metodi adottati per le ricerche. La mia non vuole essere una polemica, ma la semplice considerazione di un marito e padre distrutto per la perdita della propria famiglia". Lo afferma Daniele Mondello, papà di Gioele e marito di Viviana Parisi, sul proprio profilo Facebook. "Nonostante il dramma che mi ha travolto - scrive - trovo doveroso ringraziare quanti mi hanno aiutato. Dedico un ringraziamento particolare al Signore che ha trovato mio figlio. Se non ci foste stati voi, chissà se e quando lo avremmo ritrovato". "Viviana e Gioele - conclude Daniele Mondello - vi ringraziano ed io vi mando un abbraccio enorme, siete stati grandi!".
"Persino per ritrovare Gioele la mia famiglia ha dovuto fare affidamento sulle proprie forze: ancora una volta ha dovuto "metterci una pezza". La credibilità dello Stato ne esce fortemente compromessa e non posso che dolermene". E l'accusa di Claudio Mondello, legale e cugino della famiglia di Daniele Mondello, il padre del piccolo Gioele, il bambino ritrovato ieri mattina, a che se manca il timbro Dell'ufficialità. "Devo, tuttavia, ringraziare i tantissimi volontari che ci hanno sostenuto col loro sudore ed amore- scrive Claudio Mondello sui social- E' una Italia che ci restituisce speranza".
Tra gli indumenti trovati ieri vicino ai resti di un bambino di circa 4 anni, compatibili con l'età di Gioele, c'erano anche un paio di scarpette blu, il colore che la mamma, la dj Viviana Parisi, aveva scelto per lui. La notizia, riportata da alcuni quotidiani, è stata confermata da ambienti giudiziari. Oggi, insieme ad altri indumenti trovati tra i rovi della campagna di Caronia, saranno mostrati per il riconoscimento al padre del bambino e marito della donna, Daniele Mondello. Sull'uomo sarà eseguito anche un prelievo per permettere un esame comparativo tra il suo Dna e quello dei resti del bambino.
IL PROCURATORE DI PATTI SODDISFATTO DEL LAVORO DEI PERITI
"Il tragitto fatto da Viviana Parisi e dal figlio Gioele, il 3 agosto scorso, da casa al momento dell'incidente, sulla A20, riteniamo che sia stato tutto accertato. Abbiamo trovato i biglietti dei caselli autostradali, delle immagini in cui la signora usciva di casa col bambino in perfetta salute, le immagini di Sant'Agata di Militello che ci dicono che il bambino era vivo dentro l'auto con la madre". Lo ha detto il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, parlando con i giornalisti del giallo di Caronia. "Riteniamo con buona approssimazione - ha aggiunto - che l'uscita dall'autostrada fosse dovuta alla necessità di fare carburante perché in auto c'era poca benzina. E sono attendibili i testimoni che vedono madre e figlio erano insieme e vivi dopo l'incidente stradale sulla Palermo-Messina".
"Noi non aspettiamo i 90 giorni per avere i risultati scritti della consulenza dei nostri periti. Loro ci dicono immediatamente quello che, secondo loro, è successo. Già ce lo hanno detto. E posso dire che loro delle certezze le hanno a loro modo comunicate, riservandosi all'esito di accertamenti, in particolare di quelli istologici. Ma una pista, una lettura chiara degli avvenimenti già c'è stata data". Lo ha detto il procuratore di Patti, Angelo Cavallo.
"In questo momento tutte le ipotesi sono aperte: o una morte contestuale o in momenti separati. Dobbiamo verificare. Le risposte più importanti arriveranno dagli accertamenti medico legali e grazie alla collaborazione di altre professionalità", ha aggiunto il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, confermando la notizia che "nell'auto di Viviana Cavallo sono stati trovati due certificati medici sullo stato di salute della donna" e che, su questo tema, "altri accertamenti sono in corso".