Siracusa, Vinciullo tona alla carica: "Il sindaco Italia teme la democrazia"
"Ritorno sull’argomento già da me ampiamente trattato, soprattutto quando dei miserabili mi accusarono di essere l’autore della legge capestro voluta dall’ANCI Sicilia, approvata dal Parlamento Siciliano, senza relatore, dal momento che pubblicamente mi rifiutai di accettare questa “occhiuta rapina” ai danni della Democrazia, svolgendo, come mi era stato richiesto, le funzioni di relatore dell’emendamento fuori sacco presentato in qualità di Presidente della Commissione Bilancio". Lo dichiara Vincenzo Vinciullo.
"Fatta questa premessa, trovo oltremodo corretto il fatto che la parlamentare . Stefania Prestigiacomo si sia rivolta al Presidente della Regione per chiedere il ritorno alla legge di cui, questa volta sì, fui relatore e cioè quella che risponde al principio “simul stabunt, simul cadent” nel senso che bocciato il bilancio consuntivo, vanno a casa sia il sindaco che i consiglieri comunali.
Cosa trova da ridire il sindaco, voluto dal Cga, Francesco Italia, su una proposta legislativa che per legge appartiene ai deputati e non ai sindaci? Perché si lamenta tanto? Perché ha paura del ritorno del Consiglio Comunale tanto da costituirsi sul ricorso contro la decadenza, proposta dai consiglieri, utilizzando le tasse pagate dai siracusani? Io, al suo posto - ha proseguito Vinciullo, avrei lodato l’iniziativa dell’On. Stefania Prestigiacomo - avrei plaudito al suo intervento a favore della Democrazia e del resto anche il suo ex vicesindaco, che oggi gli consente con i propri voti di fare il sindaco, ha affermato la stessa cosa dell’On. Prestigiacomo. Ed allora - ha continuato Vinciullo - se il suo dante causa, cioè colui che lo ha fatto sindaco, l’ avvocato Giovanni Randazzo, la pensa come l’On. Prestigiacomo, oggi dovremmo attenderci la stessa replica piccata o vale il detto antico che “votum non olet”? Una cosa è certa, la Città di Siracusa per i prossimi tre anni non può rimanere senza il Consiglio Comunale, senza la palestra della Democrazia, attendiamo fiduciosi l’esito della decisione del Tar di Catania, al quale ci siamo rivolti, convinti della bontà delle nostre tesi".
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