Trump sul covid: "Volevo evitare il panico", Fauci lo difende
Quello che non e' riuscito a Joe Biden lo ha fatto il giornalista del Watergate Bod Woodward: riportare il coronavirus al centro del dibattito elettorale. In una serie di interviste e anticipazioni per promuovere il suo nuovo libro, "Rage", Woodward ha rivelato come il presidente Donald Trump fosse perfettamente consapevole dei rischi legati al Covid gia' da gennaio e febbraio mentre pubblicamente usava toni rassicuranti. "Ho minimizzato perche' non volevo creare il panico", si e' giustificato il tycoon. E se Biden lo ha accusato di aver mentito al Paese per poi puntare il dito contro la Cina quando la situazione gli e' sfuggita di mano, a sua difesa si e' levata la voce di Anthony Fauci, il 'virologo in chief' bistrattato dal presidente. "Non ha distorto la realta'" della pandemia, ha assicurato Fauci che pure in altre occasioni non ha esitato a prendere le distante dal capo della Casa Bianca. Secondo Woodward, Trump aveva discusso della gravita' della crisi sanitaria col presidente cinese Xi Jinping a febbraio mentre in pubblico dichiarava che la situazione era sotto controllo: "Ad aprile, con il caldo, il virus svanira' miracolosamente". Lo scorso 7 febbraio, il presidente aveva raccontato a Woodward il suo colloquio con Xi, descrivendo il coronavirus come "una roba grave, letale: si trasmette nell'aria, respirando ed e' molto piu' pericoloso degli altri virus influenzali" che, pure, uccidono 25-30 mila americani l'anno, anche se la gente non se ne rende conto. Ma il Covid-19, aveva aggiunto Trump, "ha un tasso di mortalita' del 5 per cento rispetto all'1, o anche meno, delle altre influenze". Parole del presidente registrate, col suo consenso, da Woodward e ora trasmesse da tutte le emittenti Usa. Il presidente "non ha fuorviato intenzionalmente gli americani sulla gravita' del coronavirus", ha replicato la portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany. Nel suo libro Woodward parla anche dei rapporti tra Trump e il leader nordcoreano Kim Jong-un, pubblicando alcuni estratti delle loro "lettere d'amore" nonche' di come il tycoon abbia poca stima del predecessore Barack Obama, giudicato poco intelligente e un cattivo oratore. Difficilmente il libro di Woodward potra' allontanare i devoti supporter di Trump in vista dell'elezione del prossimo 3 novembre. Potrebbe al massimo spostare qualche voto indipendente per la gestione della pandemia. "Rage" e' il secondo saggio di Woodward sulla Casa Bianca di The Donald. Nel primo volume, "Fear", descrive una West Wing dominata dal caos.