Ragusa, il Tribunale e l'affare Palazzo Tùmino: fino a che punto è consentito tacere?
Sulla vicenda di Palazzo Tùmino a Ragusa, che potrebbe diventare la nuova sede del Tribunale ibleo con un impegno di spesa di 24 milioni di euro, interviene l'avvocato Enzo Galazzo, portavoce del Comitato Pro Tribunale di Modica che si batte da sette anni contro la riforma della geografia giudiziaria in Italia. Una riforma che ha abolito trenta Tribunali nel Paese e che avrebbe dovuto migliorare il sistema-giustizia ed evitare sprechi di denaro pubblico. Risultati mai raggiunti. Per la riapertura dei cosìddetti Tribunali minori si è costituito anche un coordinamento nazionale per la giustizia di prossimità. Ricordiamo che in Sicilia sono interessati alla battaglia per la riapertura i Tribunali di Modica, Nicosia e Mistretta. Le risposte del Governo nazionale, di quello siciliano, dei rappresentanti politici del territorio non ci sono state. A dominare, invece, è stato il silenzio.
Di seguito, la nota dell'avvocato Enzo Galazzo.
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Il Comune di Ragusa si sarebbe attivato per acquisire palazzo Tumino impegnando 24 milioni di euro (15 milioni per l’acquisto della struttura e 9 per il suo adeguamento) per destinarlo a “cittadella giudiziaria”, ad uffici della GDF e ad uffici comunali. L’iniziativa sarebbe contenuta in un avviso pubblico informale di sollecitazione ex art. 183, commi 15 e 16, D. Lgs. n. 50/2016. Essa fa seguito alla gara pubblica indetta dal Ministero per il giorno 23 gennaio 2018 (termine ultimo di partecipazione) per la ricerca in locazione di un immobile della superficie complessiva di mq. 5.500 circa i cui criteri preferenziali già delineavano un vestito a misura di quel palazzo.Tale volontà, preordinata alla soluzione oggi dichiarata, è stata espressamente affermata da me e dall’avvocato Carmelo Scarso, purtroppo venuto a mancare.
La richiesta di copia degli atti per sapere chi fossero i concorrenti e dei verbali di riunione della Commissione sono stati negati, anche a parlamentari, poiché asseritamentepubblicabili solo all’esito della gara che, a quanto è dato sapere, ha avuto un esito negativo, probabilmente per i fari che su di essa il Comitato aveva acceso e per i timori che aveva sollevato.Ora, ad oltre due anni e mezzo,il Comune di Ragusa vuole impegnare 24 milioni per acquistare quel palazzo che da almeno trent’anni ruota attorno alla destinazione per uffici giudiziari.
E’ da ritenere che le pressioni esercitate per valutare l’antisismicità dell’attuale palazzo di giustizia di via Natalelli, le verifiche eseguite, gli interventi non realizzati ed i sopralluoghi effettuati (anche da parte delle autorità giudiziarie) abbiano indotto l’Amministrazione Comunale di Ragusa ad una accelerazione per una soluzione alternativa. Buon senso avrebbe voluto che tale soluzione tenesse nel dovuto conto l’esistente, ossia il Palazzo di Giustizia di Modica, inaugurato nel 2004 a fronte di un costo di 12 milioni circa di euro, soppresso nel 2013 nel rispetto, si affermava allora, dei principi di risparmio di spesa e di maggiore efficienza della giustizia.
Quante volte e in quale misura tali principi siano stati calpestati è un fatto sotto gli occhi di tutti tranne per chi siede in Parlamento o nei banchi del Governo. Lo stesso impegno assunto e sottoscritto nel maggio 2018 dalla maggioranza Lega/M5S di ripristino dei trenta tribunali soppressi su territorio nazionale è stato stracciato e sostituito, per qualche tempo, con la barzelletta degli Uffici di prossimità, rapidamente abbandonata.
Ma se a Roma di giustizia neppure si parla (Bonafede, chi è costui?), a Ragusa si corre all’accaparramento delle spoglie di quel che rimane del Tribunale di Modica.
Tuttavia ai cittadini e ai contribuenti bisognerà pur spiegare:
-1) Quali sono le ragioni per cui non è stata espletata la gara pubblica indetta dal Ministero per il giorno 23 gennaio 2018?
-2) Chi dovrà farsi carico dei 24 milioni necessari per l’acquisto di Palazzo Tumino?
-3)Risponde al principio del risparmio di spesa, specie nell’attuale gravissimo periodo di crisi conseguente alla emergenza epidemiologica, impegnare 24 milioni per l’acquisto di una struttura e mantenerne inutilizzata un’altra, idonea e moderna, costata 12 milioni?
-4) Palazzo Tumino risponde ai requisiti di antisismicità?
-5) Palazzo Tumino è conforme alle norme di Piano dal punto di vista urbanistico?
L’Amministrazione Comunale di Ragusa, che da tempo lavora sotto traccia a questa soluzione, è tenuta a rispondere a queste domande e a farsi carico delle responsabilità che portano con sé. Tacere non le è consentito pur se, come scriveva il compianto avvocato Scarso, “Il silenzio è complice necessario delle iniziative riservate, soprattutto di natura pubblica, fino a quando non arrivano al punto di non ritorno … Che ci sia una regia istituzionale dietro le quinte che sta dirigendo le operazioni e dettando i tempi, è intuibile”.
Noi insistiamo nel confidare in una forte presa di coscienza del Consiglio Comunale di Ragusa che, facendo sue le ragioni del buon senso, rigetti quelle dello spreco e individui un percorso che consenta l’utilizzo delle due strutture in forma complementare, entrambe a servizio delle esigenze di giustizia dei cittadini iblei.