Rilancio della provincia di Siracusa, la Cgil attacca: 10 anni di incapacità della politica
Assistiamo attoniti a un dibattito surreale, e senza soluzione di continuità, fatto di scambio di accuse e scarica barile su ogni tema riguardante il potenziale rilancio economico della provincia di Siracusa tra personalità politiche e partiti. Eppure ce ne sarebbe di carne al fuoco su cui si dovrebbe lavorare insieme.
Basta rispolverare con una breve carrellata i capitoli precedenti di questo film tragicomico per capire come, evidentemente, non siano bastate queste prove per dar conto ai cittadini della incapacità di due generazioni di classe politica dirigente: 10 anni di sprofono rosso economico e sociale in edilizia (-60% occupazione); il totale fallimento del Libero Consorzio, una volta importantissimo ente per le scuole e le strade ( -5 milioni di euro l'anno di massa salari); 10 anni senza grandi e strategiche opere ; Solo chiacchiere sull'ospedale (anni buttati al vento sulla individuazione dell'area, litigi sul livello ospedaliero, querelle sul commissario e sulle responsabilità da scaricare all'altra parte politica); Innumerevoli viaggi in aereo(rimborsati) a Roma per tentare di tornare a casa con le chiavi per inagurare della Ragusana (800 mln di euro) e invece ritornare solo con le pive nel sacco; Risorse disponibili non spese per l'ingresso della città (Viadotto Targia); Incapaci di riapire l'autodromo cittadino; Smisurato talento nel bloccare le opere( Tonnara, Parcheggio Mazzanti e Fognatura Borgata); Classe pura nella incapacità di immaginare potenzialità sostenibili e futuribili (es. WaterFront ex area Spero, 500 operai occupabili e trasformazione radicale di una parte della città); Formidabili nel coltivare il degrado (ex ospedaletto Viale Epipoli, Ex Tribunale di Piazza della Repubblica).
Queste alcune delle prove della totale incapacità di progettare e immaginare un futuro per la città di Siracusa e per la sua provincia-che diventa gigantesta incapacità-quando a queste bisogna aggiungere l'inefficacia della pubblica amministrazione nello spendere le risorse che ci provengono dall'Europa. Fatto evidentemente strutturale, quest'ultimo, che meriterebbe una revisione generale della capacità progettuale delle pubbliche ammministrazioni. Non certa una scusante ma una aggravante della situazione attuale.
Basti pensare che il Masterplan del mezzogiorno, risalente al 2017, assegnava oltre 200 milioni di euro a questa provincia e nel segno della continuità nella incapacità di spesa, ne sono stati spesi meno di 30.
E mentre assistiamo alle accuse reciproche con l'unico obiettivo di addebitare colpe ad altri per sgravarne qualcuna da se stessi, le sfide obbligatorie che ci impone la pandemia (Recovery Fund), in ordine di importanza di gran lunga l'aspetto più drammatico nell'attualità, potrebbero sfuggirci e questo sarebbe davvero imperdonabile.
E nel frattempo la scuola è iniziata e abbiamo buttato un altro anno per la messa in sicurezza degli edifici. Anche qui delitto con aggravante: la chiusura delle scuole a causa della pandemia avrebbe dovuto imporre da maggio in poi(Mese della riapertura) non solo un monitoraggio ma un piano di intervento reale per restituire a studenti e addetti, già alle prese con la pandemia, scuole più sicure. E dove si sono fatti dei piccoli interventi abbiamo segnalazione di lavoro nero su cui stiamo verificando i dati.
Questo il quadro quasi complessivo della situazione che incide nel settore costruzioni. Alla vigilia della grande sfida che impone il recovery fund sul tema degli investimenti infrastrutturali, del bonus al 110% per l'efficientamento energetico, della manutenzione delle scuole e delle altre sfide per il settore e per il rilancio della provincia, serve immaginare immediatamente un destino diverso mettendo mano-per modificarle- alle cose che contribuiscono a bloccare tutto. Per fare tutto questo serve un patto sociale e politico che utilizzi come valore aggiunto l'innovazione, la legalità e i diritti. Esattamente il contrario di tutto quello a cui stiamo assistendo.
E' questo il documento firmato da Salvo Carnevale segretario della Fillea- Cgil di Siracusa.