Arrestato a Milano il fondatore di 'facile.it' per violenza sessuale
Il fondatore di Facile.it, Alberto Genovese, 43 anni, è stato fermato a Milano con le accuse di violenza sessuale, spaccio di droga e sequestro di persona. Lo apprende l'AGI da fonti qualificate. L'arresto è scattato ieri sera alle 23.30 circa, quando l'imprenditore è stato bloccato, dopo la denuncia della vittima, una ragazza di 18 anni. Secondo quanto ricostruito, i fatti si sarebbero verificati il 10 ottobre, quando la giovane donna si trovava in casa dell'imprenditore per una festa a base di alcol e droga.
Legata mani e piedi e costretta a giochi erotici, solo molte ore dopo è riuscita a recuperare il suo telefonino, che le era stato tolto appena arrivata alla festa "perche' in casa non si potevano usare cellulari"; infine è riuscita a scrivere ad un'amica per chiedere aiuto. In base a quanto ricostruito dalle indagini, l'imprenditore avrebbe addirittura chiesto ad un suo collaboratore di cancellare le immagini delle telecamere che avevano ripreso le scene, consapevole di "aver esagerato": "Cancella le registrazioni della camera padronale", gli avrebbe imposto. Immagini che però sono state recuperate e sono diventate fonte di prova per chi indagava. Assieme alle testimonianze di altri partecipanti: nei racconti di altre giovanissime donne invitate alle sue feste, Genovese sarebbe stato solito invitare ragazze in camera offrendo loro diversi tipi di droga. Almeno in un'altra occasione - ha ricostruito una vittima - avrebbe però mescolato a questa la cosiddetta 'droga dello stupro', in grado di far perdere i sensi. "Alle sue feste c'erano sempre cocaina e 2CB a disposizione gratuitamente degli invitati", hanno raccontato altri testimoni agli inquirenti, con riferimento alla sostanza 'rosa' realizzata mixando cocaina e anfetamine (una dose da 0,15 grammi puo' costare anche 400 euro). Un emporio della droga a disposizione dell'imprenditore che i poliziotti hanno riscontrato quando hanno fatto un sopralluogo nell'appartamento. La violenza subita dalla giovanissima donna è stata definita da chi ha descritto i fatti "ripetuta e cruenta". Il tentativo di distruzione delle prove e la fretta di farsi rilasciare un passaporto sono gli elementi che hanno convinto gli inquirenti a contestualizzare il pericolo di fuga e dunque a fermarlo la sera del 6 novembre. Per oggi è previsto l'interrogatorio davanti al gip.