E Diego rispose alla convocazione del Maestro che amava il calcio spettacolo
Lassù è tempo di Mondiali di calcio. E bisogna mettere in campo – o in cielo, se preferite – le migliori formazioni con i migliori giocatori. Servono, insomma, dei fuoriclasse. Ma anche Lassù non mancano le polemiche sulla campagna acquisti, soprattutto per quella che sta conducendo la squadra che appare già favorita, allenata dal Numero Uno. Un Signore buono con tutti, disposto sempre a perdonare. Ma con una caratteristica: Gli piace vincere, ma senza tatticismi, catenacci, meline. A Lui piace vincere con il bel gioco e allena la Sua squadra con questo obiettivo. L’organico a Sua disposizione è stellare, diremmo “Celestiale”. La formazione tipo per il primo match dei Mondiali è quasi fatta. L’allenatore ha già deciso ruoli e numeri di maglia. Manca solo un uomo di centrocampo. Non uno qualsiasi, ma il numero 10. La scelta non sarà facile e potrebbe essere dolorosa. Ma non c’è alternativa: la maglia numero 10, in una squadra come quella allenata da quel Signore, la può indossare solo lui: Diego Armando Maradona. E Lui ricorda di averlo visto giocare e di avergli visto fare anche un gol con la mano, la “mano de Dios”. Lo ha visto anche giocare nel Napoli e vincere due scudetti all’ombra del Vesuvio. Sì, un grande, con molte cose da perdonargli. Ma la vittoria nel Mondiale di calcio è troppo importante. E, allora, Diego, ecco la tua maglia, la numero 10. “Ma non voltarti, Diego. Non guardare giù. Tanta gente sta piangendo...”
Concetto Iozzia