Modica, recuperate dai Carabinieri in uno studio romano due tele del 1700
Tra gli anni Sessanta e Settanta erano state consegnate dal parroco del tempo al pittore Valente Assenza che le aveva portate nel suo studio romano per il restauro, così come altre opere del Santuario Madonna delle Grazie di Modica. A mettere in moto la macchina investigativa dei Carabinieri Tutela Patrimonio è stata, nell'estate scorsa, la denuncia del parroco della Basilica Santuario, don Antonio Modica. Le informazioni raccolte hanno indirizzato i Carabinieri nello studio romano del pittore Valente Assenza. L'artista pozzallese, scomparso alla fine degli anni 90 - quinto di otto fratelli, tra cui lo scultore Enzo - apparteneva ad una famiglia modicana da sempre legata alle vacanze estive a Pozzallo. Valente Assenza era stato impegnato nel restauro dei dipinti che si trovano tutt’oggi all’interno della chiesa. La figlia del pittore, signora Eliana Assenza, si è resa immediatamente disponibile a verificare se le opere fossero custodite proprio all’interno dello studio del padre: le opere sono state, quindi, individuate e la signora Assenza, assolutamente ignara della presenza delle opere nel vecchio studio, si è detta subito disponibile a restituirle al loro originario luogo di appartenenza.
Le fasi del ritrovamento sono state illustrate questa mattina nei locali dell'ex convento dei Padri Mercedari di Modica, annesso alla Basilica Santuario, alla presenza, tra gli altri, del comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Gabriele Gainelli, del comandante della Compagnia di Modica, capitano Francesco Ferrante, e del sovrintendente di Ragusa, Antonino De Marco.
Le tele sono dipinte ad olio e risalgono alla fine del XVIII secolo e sono opera del pittore Giovan Battista Ragazzi. Fanno parte di un ciclo pittorico di sette opere dedicate alla vita dei Santi custodie nella Basilica.
Il ciclo pittorico costituisce un’importante testimonianza storica riferibile al contesto monastico conventuale dell’Ordine dei Mercedari Scalzi di Siviglia, a cui apparteneva la Basilica: le due tele recuperate rappresentano infatti San Pietro Nolasco, fondatore dei Mercedari, e la Beata Marianna.
Le due opere erano sparite dalla chiesa già dagli anni Settanta del secolo scorso, ma si è potuto accertare il fatto solo nel mese di luglio del 2020, grazie alla preziosa ricerca di una studiosa modicana, la professoressa Maria Terranova, docente al Liceo Artistico di Modica, che con grande competenza ed appassionata ricerca archivistica è riuscita a ricostruire le vicende delle opere scomparse.
I Carabinieri hanno quindi chiesto la collaborazione di don Antonio Sparacino, responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Noto, per organizzare il trasporto delle tele fino a Modica.
“Le due opere – ha affermato la professoressa Terranova - testimoniano l’importanza della presenza dei Padri Mercedari a Modica il cui convento era l’unico nelle due province di Ragusa e Siracusa. Inoltre nell’ex convento era ospitata una preziosissima biblioteca, tra le più importanti d’Italia”.
La fase successiva sarà, ora, quella del restauro delle due tele. A questo proposito il sovrintendente De Marco, dopo aver sottolineato l’importanza di un ritrovamento che significa anche tutela del territorio e dei suoi Beni culturali, ha auspicato l’intervento della classe imprenditoriale locale per contribuire economicamente alle spese del restauro. Dello stesso tenore l’auspicio del parroco della Basilica, don Antonio Modica: “Cerchiamo mecenati per concludere degnamente l’operazione di recupero così brillantemente portata a termine dall’Arma dei Carabinieri.