Movimento Difesa del Cittadino: App, chat e social pericoli per i bambini
La presidente regionale del Movimento Difesa del Cittadino, Enrichetta Guerrieri (nella foto), dopo i recenti gravi fatti di cronaca che hanno causato la morte di bambini e che hanno riguardato anche la Sicilia, fa un appello in una lettera-aperta rivolta ai dirigenti scolastici, docenti e genitori.
“Oggi permetteteci di chiedere a noi stessi, prima di tutto, visto che il progetto lo avevamo pensato e progettato già più di un anno fa, perché nessun altro si è accorto del pericolo corso dai ragazzi “sempre” collegati durante il lockdown e il perché si dovesse arrivare ad annoverare le prime “morti da APP” per poterne parlare – evidenzia la Guerrieri - Siamo vicinissimi ai genitori della bambina di Palermo, ma anche a quelli dell’undicenne campano, che si è lanciato giù dal terrazzo, e al bambino di nove anni di Bari, trovato impiccato in bagno…. perché “così, nel gioco in web, qualcuno aveva deciso…”. Come Movimento Difesa del Cittadino Sicilia, nei progetti finanziati dal Mise, in cui siamo stati capofila, particolare attenzione, negli ultimi anni, è stata rivolta ai “cittadini del domani”, ai cittadini che dovrebbero divenire “liberi” protagonisti del loro futuro. Un futuro sicuramente incerto e a tratti scoraggiante, che porta ad una identità poco chiara e con tante domande in attesa di risposte alle quali il nostro movimento, durante il suo percorso di sensibilizzazione dei giovani siciliani, ha sempre cercato di fornire loro strumenti atti a farli ragionare e a portarli a fare scelte consapevoli. Il progetto “Smartphone Style” nasce per richiamare l’attenzione dei giovani, e di chi con loro vive: genitori, insegnanti, educatori, e invitarli a riflettere sul modo in cui Tutti loro vivono la vita sul web.
Il sottotitolo del progetto, “quando l’APParenza crea dipendenza”, vuole attrarre l’attenzione sul travolgente sviluppo di strumenti come il cellulare, il computer o il tablet, su quanto si può scaricare dal web, e sul loro utilizzo nel nostro quotidiano. I giovani, entrando e vivendo la gran parte del loro tempo, collegati al mondo virtuale non si accorgono di essere vittime ignare di tentazioni pericolose. Partendo dal cyberbullismo fino al revenge porn, è molto facile trovarsi coinvolti in situazioni difficili da districare e che spesso non hanno un lieto fine. Giovani che vivono la propria vita in vetrina, che scaricando app sono esposti alla dipendenza e che non riescono a capire i danni irreversibili che si possono creare".