Confartigianato Palermo: settore della moda al collasso
Artigiani della moda al collasso: nessun aiuto, nessun ristoro; nessun governo, nazionale o regionale, che ponga l'attenzione su chi produce nel settore della moda. Lo afferma Confartigianato Palermo. Dopo quasi un anno dallo scoppio dell'epidemia da Covid-19, la manifattura italiana segna un calo di produzione del 12,6%, con una flessione più marcata per le imprese della moda. L'analisi Istat dei dati sul commercio estero, indica nei primi 11 mesi del 2020 una caduta di 10,7 miliardi di euro del made in Italy della moda, pari ad un calo del 20,3%. "Le imprese della moda hanno bisogno di un intervento robusto", dice Francesca Pipi, coordinatrice del settore moda di Confartigianato Palermo. I dati nazionali parlano di 56 mila aziende con 464 mila addetti, di cui il 67% sono micro e piccole imprese. Si tratta di un settore ad alta vocazione artigiana, con 36 mila imprese artigiane che danno lavoro a 157 mila addetti, un terzo dell'occupazione del settore. A Palermo ci sono 203 aziende con 442 addetti. Un settore con 141 imprese artigiane che danno lavoro a 306 addetti, più di due terzi (69,2%) dell'occupazione del settore. Il valore artigiano delle sartorie, delle aziende che producono nel settore moda, è spesso nascosto dietro ai capi di grandi marchi che si trovano poi sugli scaffali dei negozi, oggi chiusi a Palermo e in Sicilia per via della zona rossa. "Questo valore artigiano - conclude Pipi - sta dietro le quinte ma non deve essere dimenticato da chi assegna bonus e ristori. Chiediamo a gran voce un intervento ai nostri politici, al governatore della Regione Nello Musumeci e all'assessore regionale alle Attività produttive, Girolamo Turano. I nostri artigiani sono in ginocchio. E gli aiuti concreti, quelli veri, non sono più rinviabili".