Evan ucciso a 20 mesi a Rosolini, "la morte conseguenza per le botte"
Il piccolo Evan, il bambino di 20 mesi ucciso a Rosolini il 17 agosto, è morto per un arresto circolatorio dovuto a una forma di broncopolmonite causata molto probabilmente dalle botte ricevute. E' in sintesi quanto affermano i medici legali nella relazione presentata alla Procura di Siracusa, i periti Giovanni Bartoloni, Massimo Furnari e Francesca Berlich.
Per la morte di Evan, arrivato in fin di vita all'ospedale di Modica, sono in carcere la madre Letizia Spatola, di Rosolini, e il compagno Salvatore Blanco, di Noto, entrambi accusati di omicidio e maltrattamenti. L'uomo, secondo le indagini, avrebbe più volto colpito il bambino, nel silenzio della donna.
Nella relazione i tre esperti sostengono che “risulta verosimile che le cause della polmonite da aspirazione diagnosticata sul cadavere siano rappresentate da ipotizzabili, frequenti e ravvicinati episodi di prolungata perdita di coscienza del soggetto, con consecutiva abolizione transitoria dei comuni meccanismi di difesa (tosse, deglutizione) ed aspirazione di materiale gastrico nelle vie aeree e nei polmoni”. Una conseguenza, molto probabilmente, dei traumi subiti recentemente “e/o a verosimili compressioni del collo”, anche se i medici legali scrivono che “resta tuttavia da dimostrare anamnesticamente e circostanzialmente, se il piccolo fosse affetto da tare neurologiche o malattie comiziali misconosciute”.
Gli esperti mettono nero su bianco per tutti i danni subiti dal piccolo. “Si ricordi che trattavasi di soggetto che, già dall’età di un anno e sedici mesi, ha ripetutamente riportato, in episodi differenti, fratture costali multiple, frattura del femore, frattura della clavicola, frattura dello sterno, frattura cervicale, nonché multiple lesioni contusive al capo, al collo, al tronco ed agli arti, tutti compatibili con atti di violenza esercitata sullo stesso”. Il corpo del bambino era pieno di lividi, quando arrivò in ospedale.