Ragusa, "No alle mafie come brand": le proposte dopo l'iniziativa di novantasettecento
Strumenti normativi adeguati, documenti di sensibilizzazione in grado di coinvolgere le associazioni di categoria, percorsi inclusivi per porre al centro dell’attenzione una questione non secondaria e che va risolta coinvolgendo i livelli europeo, nazionale, regionale e provinciale. E’ questo l’esito dell’interessante confronto in videoconferenza promosso ieri pomeriggio dall’associazione Novantasettecento Codice avviamento progetto e avente per tema l’argomento “No alle mafie come brand nel mondo”. I lavori, moderati da Giovanni Bartolotta dell’associazione, sono stati introdotti dal consigliere comunale di Ragusa, Mario D’Asta, che ha illustrato il senso della proposta rilanciata nei giorni scorsi, e che ha avuto anche un’eco nazionale, di vietare la vendita di gadget e simboli che, in qualche modo, si richiamino alla cultura mafiosa. La segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, ha proposto la sottoscrizione di un documento comune per “dire no a una pratica che sembra essere diventata un’esaltazione commerciale delle mafie”. Giusy Badalamenti della fondazione Antonino Caponnetto ha spiegato che “in Sicilia sono troppi i negozietti che vendono souvenir di questo tipo. Vietarne la vendita, anche attraverso specifiche ordinanze sindacali che qualche Comune ha già cominciato ad adottare, è un dovere: lo dobbiamo ai morti e anche ai vivi che ogni giorno combattono contro le mafie. Per questo sono necessari anche specifici disegni di legge”. Il responsabile del centro studi della Cna territoriale di Ragusa, Giorgio Stracquadanio, ha convenuto sul fatto che è necessario rialzare il livello dell’attenzione contro la mafia. Sono intervenuti anche Massimo Giudice, direttore provinciale Confesercenti Ragusa; Angelo Raniolo di Confartigianato; il segretario generale della Cgil di Ragusa, Giuseppe Scifo; Luisella Lionti, commissario straordinario della Uil Siracusa-Ragusa-Gela; Vittorio Costantini dell’Usip nazionale; Leonardo Licitra, presidente di Sicindustria Ragusa. Nelle conclusioni, D’Asta ha sottolineato che “la politica e le istituzioni devono intervenire con strumenti adeguati.