Tribunale di Ragusa, gli avvocati: locali inadeguati, vogliamo i soldi dell’Europa
Gli avvocati di Ragusa si sono accorti, finalmente, che i locali del Tribunale di via Natalelli non sono idonei a svolgere l’attività giudiziaria aumentata dopo l’accorpamento del Tribunale di Modica a quello di Ragusa. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Anche perchè, da più di sette anni, per risolvere i problemi logistici del Palazzo di giustizia ibleo, c’è chi sollecita l’utilizzazione del moderno Palagiustizia di Modica. Ma non viene ascoltato, malgrado l’evidenza dei fatti. Anche recentemente, in concomitanza con le norme anti Covid, difficili da rispettare in locali assolutamente inadeguati, come ammettono gli stessi avvocati ragusani in un documento del Consiglio dell’Ordine. Quali le soluzioni suggerite dai legali iblei? Nessun cenno, ovviamente, al Palazzo di giustizia di Modica che, se messo al servizio del Tribunale di Ragusa a costo zero, risolverebbe molti problemi. Gli avvocati iblei, invece, guardano più lontano. A Roma e alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, alla quale chiedono di destinare soldi del Recovery Fund europeo all’edilizia giudiziaria del Tribunale di Ragusa. Nello stesso tempo si rivolgono al sindaco di Ragusa, e ai parlamentari – nazionali e regionali – chiedendo loro di adoperarsi per raggiungere l’obiettivo.
In verità, se la titolare del ministero della Giustizia e il Consiglio dei ministri accoglieranno la richiesta, potrebbe andare in porto, in tempi ragionevoli, l’operazione “Palazzo Tumino”, sponsorizzata caldamente dal sindaco di Ragusa, Peppe Cassì. Probabilmente i milioni dell’Europa potrebbero servire ad acquisire l’enorme immobile che non trova “estimatori” dai primi Anni Novanta. Per l’affare Tumino servono 24 milioni di euro. Tanti, almeno, sono quelli che il Comune di Ragusa tenta di recuperare con una compartecipazione pubblico-privato. Gli avvisi pubblici in tale direzione, tuttavia, non hanno avuto fortuna. Il Recovery sembra, legittimamente, l’occasione giusta per sanare le pecche dell’edilizia giudiziaria a Ragusa. Nel frattempo, si continueranno a spendere soldi pubblici per affittare locali inadeguati al servizio del Tribunale ibleo e ad ignorare la possibilità di utilizzare il Palazzo di giustizia di Modica in modo da risparmiare e migliorare, nel territorio, i servizi ai cittadini.
L’iniziativa degli avvocati ragusani sollecita anche l’impegno dei parlamentari iblei che, dal canto loro, un paio di settimane fa, hanno sposato la causa del Comitato pro Tribunale di Modica per l’utilizzazione del Palazzo di giustizia modicano al servizio del Tribunale di Ragusa. Per mettere d’accordo tutti, potrebbe intervenire il Ministero e privilegiare la strada che porta alla cosìddetta giustizia di prossimità: restituire operatività al Palazzo di giustizia di Modica e consentire, allo stesso tempo, un miglioramento dell’edilizia giudiziaria a Ragusa, magari con un progetto meno dispendioso di quello ipotizzato per Palazzo Tumino. D’altra parte è ormai chiaro che la riforma della geografia giudiziaria non ha portato nessun vantaggio e in Italia, da Nord a Sud, si invoca il ripristino dei Tribunali “minori”, presìdi di legalità e di efficienza, maldestramente soppressi con un semplice tratto di penna.
Concetto Iozzia