Noto, sulla pagina Facebook del museo omaggio a Dante, a Ibn Hamdis e ai poeti persiani
“…E quindi uscimmo a riveder le stelle” è lo slogan della 42esima edizione dell’Infiorata di Noto che vedrà come protagonista assoluto il sommo poeta Dante Alighieri, celebrato attraverso i bozzetti floreali dell’incantevole via Nicolaci. In occasione della manifestazione, il Museo Civico di Noto vuole rendere omaggio al sommo poeta attraverso un evento culturale in streaming dal titolo “Dante, Ibn Hamdis e i poeti persiani”, in programma il 12 maggio, alle 18, sulla pagina Facebook del Museo. L’incontro virtuale sarà tenuto da Iman M. Basiri, docente di Letteratura Italiana presso l’Università di Teheran, e moderato da Giuseppe Labisi, ricercatore presso le Università di Kostanz e di Bordeaux Montaigne.
I poeti arabi seppero esprimere, attraverso l’adozione di un linguaggio poetico innovativo, i loro drammi esistenziali, le esperienze dolorose di amori impossibili e riuscirono a tessere, attraverso i panegirici, le lodi di sovrani e delle loro dinastie. La loro produzione poetica segnò la fioritura di vari stili letterari in tutto il bacino del Mediterraneo e ispirò poeti come Cielo d’Alcamo, Guido Cavalcanti e persino Dante, che attinse vari elementi poetici della “Divina Commedia” dal “Libro della Scala”. Il filologo Iman M. Basiri tratterà le somiglianze letterarie e culturali fra la Sicilia del Duecento, la lirica persiana, nata quasi tre secoli prima, e la produzione di Ibn Hamdis, il più grande cantore arabo di Sicilia. Hamdis legò indissolubilmente il suo nome e il suo destino alla terra d’origine, dove anelava fare ritorno, e nel suo Canzoniere di tremila versi, il Diwan, evocò lo spirito del paesaggio siciliano, il suo essere fondo di mito e di vita, di accadimento e di assenza. Con il suo canto accorato trattò i temi della nostalgia, dell’amaro esilio ma anche della lotta interiore amore/morte che avrebbe ispirato il Dolce Stilnovo.
Iman M. Basiri è docente di Letteratura Italiana presso l’Università di Teheran dove si è laureato in Letteratura Persiana e in Letteratura Italiana. Ha conseguito il dottorato in Italianistica presso l’Università “La Sapienza” di Roma. A Teheran ha pubblicato vari manuali di Storia della Letteratura Italiana e di Storia della Letteratura Latina e ha collaborato con diversi editori accademici. I suoi numerosi saggi, pubblicati anche su varie riviste letterarie italiane, vertono soprattutto sulla filologia e sulla comparatistica e trattano, in particolare, del rapporto tra la tradizione epica, mitologica e retorica neolatina e quella persiana.
L’evento, organizzato da Turné in Sicily e dall’Associazione Culturale VIA di Modica, con la regia dell’Associazione Herakles e il patrocinio del Comune di Noto, svelerà il legame storico tra la cultura islamica e il mondo siciliano, che diede origine alla grande Scuola Poetica Siciliana e influenzò fortemente la Letteratura Italiana del Trecento. Perché come Dante, anche Ibn Hamdis, contemplando la volta celeste, scriveva, nel suo Diwan, “…tra le stelle nessuna brilla più del sole mattutino”, ma componeva questi versi ben tre secoli prima (Ibn Hamdis, Noto 1056- Majorca 1133).