Draghi, verso allentamenti: tensioni Pd-Lega
Misure più soft, mantenendosi con fermezza nel binario della prudenza e della gradualità. Il premier Mario Draghi, alla luce dei dati confortanti su contagi e vaccinazioni e dei pareri, più ottimistici, degli esperti del Cts, si prepara alla cabina di regia decisiva per un nuovo allentamento delle restrizioni.
Ma già nella cabina di regia di oggi Draghi tornerà a trovarsi tra due fuochi: da un lato la Lega del "riaprire tutto" e dell'altro il titolare della Salute Roberto Speranza, depositario della linea della prudenza. Il pressing del centrodestra è alto, l'obiettivo - sul quale anche il M5S potrebbe concordare - è spostare il coprifuoco alle 24 già dal 24 maggio. E, prima della cabina di regia, Salvini ha convocato una videoconferenza con i membri del governo della Lega per organizzare le mosse da mettere sul tavolo della cabina di regia.
Ma le tensioni sulle misure anti-Covid potrebbero impallidire di fronte a quelle che, già dai prossimi giorni, rischiano di emergere sulla governance del Recovery e sulle macro-riforme del Pnrr, a cominciare da quella della giustizia.
"Salvini si mette all'angolo, anche Fi lo isola", attacca Anna Rossomando del Pd. "Letta stia sereno, Draghi farà le riforme, anche con la Lega", replica il capogruppo azzurro Roberto Occhiutto.
L'obiettivo, per il premier, è incassare la riforma della giustizia e quella del fisco prima dell'elezione del presidente della Repubblica, vero e proprio spartiacque del governo. Ed è un obiettivo in cui Draghi può contare sull'appoggio dell'Ue e non solo. "Sono rimasto colpito favorevolmente da Draghi e dai suoi ministri, hanno le idee ben chiare sul futuro"; sottolinea l'inviato speciale Usa per il clima John Kerry al termine della sua missione romana. In Parlamento, però, sulla giustizia si preannuncia battaglia, soprattutto sulla riforma del processo penale. Tanto che il M5S spinge per dare la precedenza a quella della giustizia civile e del Csm.
Le tensioni rischiano di essere alimentate anche dalla partita delle 500 nomine a cui si avvicina Draghi. Da Ferrovie dello Stato a Cassa Depositi e Prestiti fino a quella della Rai.
Tutti, nella maggioranza, vogliono dire la propria. Ma l'impressione è il premier gestirà il dossier innanzitutto con i ministri a lui più vicini, a partire dal titolare del Tesoro Daniele Franco.