"Riposa in pace, Masinu": a Modica l'addio degli amici a Thomas
Lacrime giovani, lacrime senza età attorno a quella bara bianca dove ci sono i sogni spezzati di un ragazzo: 17 anni immolati sull’asfalto nell’ennesimo incidente stradale che ha allungato il rosario di morti senza un perchè. Stavolta è toccato a Thomas Frasca, studente dell’Alberghiero di Modica, lunedì pomeriggio. La moto di Thomas contro un’auto, lo schianto fatale, il buio improvviso sull’alba di una vita. Poi, lo sgomento dei soccorritori, lo strazio dei genitori e delle sorelle di Thomas, il fiume di commenti sui social – sempre gli stessi, sempre troppi, spesso banali – che annunciano la scomparsa di un amico, di un compagno di giochi. E poco importa se una delle sorelle di Thomas apprende, proprio da quella immensa piazza virtuale, della morte del fratello. Ma non c’è tempo per cercare di capire o per trovare un solo motivo valido che giustifichi il corpo di Thomas in quella bara bianca, sotto l’altare della chiesa del Sacro Cuore, a Modica Sorda, lì dove Thomas ha incontrato i suoi amici, i suoi compagni di scuola che, ora, sono attorno a lui, con gli occhi pieni di lacrime e con la rabbia nell’anima. Sono impotenti difronte a quel mistero, sanno che non serve quella spavalderia dei loro anni che li rende audaci e, spesso, un pò incoscienti. Può servire solo il ricordo dei momenti trascorsi con Thomas nelle aule dell’Alberghiero dove il giovane amico aveva già superato gli esami di qualifica con i complimenti degli insegnanti, anche loro in chiesa, ammutoliti dal dolore. Era bravo, Thomas. E glielo dicono anche adesso, in silenzio, tra gli strazianti singhiozzi, accanto alla bara, i suoi genitori, Mario e Marilena, e le sue sorelle, Sharon e Sofia. Lacrime giovani. E lacrime senza età. Come quelle di tante persone che non conoscevano Thomas ma che lo hanno quasi adottato, come un figlio, nel momento più triste, nella circostanza più drammatica. Come a far sentire accanto ai genitori e alle sorelle di Thomas la presenza di una comunità ecclesiale, di un quartiere, di una città intera. “Riposa in pace, Masinu” hanno scritto sulle magliette bianche indossate da decine e decine di ragazzi che si sono dati appuntamento al Sacro Cuore, come per un raduno tra amici, con accanto le motorette colorate e adagiate sul piazzale della chiesa. “Consumate la vostra vita con la bellezza”: don Nunzio Stefano, che celebra la santa messa, si rivolge così ai ragazzi che non hanno timore di asciugarsi le lacrime ricordando Thomas tra i singhiozzi. Che si fanno più struggenti quando, sull’altare, salgono Sharon e Sofia: le loro sono parole d’amore immerse nel pianto. E l’emozione blocca più volte anche le frasi di uno dei suoi compagni di scuola. “Come vivere questo momento triste senza Thomas”, si chiede don Nunzio rivolgendosi ai genitori, alle sorelle, agli amici. “Non lo dobbiamo vivere da soli. Ma con Dio, e dobbiamo accogliere la presenza di Thomas. Lui continuerà a dare calore ai nostri cuori e tutta la nostra comunità vuole stare accanto al vostro dolore”. “Riposa in pace, Masinu”, sussurrano i ragazzi mentre la bara bianca emerge da un mare di fiori e si cerca invano di esorcizzare lo strazio di questi momenti. Un lungo applauso accompagna Thomas nel suo ultimo viaggio. I volti sono rigati di pianto. Lacrime giovani. Lacrime senza età.
Concetto Iozzia