Tour letterario ibleo, Carlo Addario: il poeta che cambiò il nome del paese da Biscari ad Acate
A come Acate e come Addario, il poeta che propose l’attuale denominazione del paese, in sostituzione di Biscari, e in vigore dal 17 maggio 1938. Per celebrare “don Carruzzo” sconosciuto alle giovani generazioni ma conosciutissimo da coloro che sono nati negli Anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, la terza tappa del “Tour letterario ibleo”, promosso dalla portavoce del M5S all’Ars, Stefania Campo, si è svolta nella cornice “quasi selvaggia” di Macconi, che per la prima volta ospitava una manifestazione culturale. A presentare il volume “Viaggio negli Iblei”, che raccoglie i “profili” di 44 autori che hanno scritto del nostro territorio, Stefano Vaccaro, autore assieme ad Andrea Guastella, dell’interessante pubblicazione, dedicata alla memoria di Gianni Molè, il giornalista prematuramente scomparso nell’autunno scorso.
A illustrare la figura di Carlo Addario, deceduto nel 1955, sono stati l’ex sindaco Gaetano Masaracchio, i professori di materie letterarie Attilio Leone ed Emanuele Ferrera, l’esperto di “connessioni umane” e community manager Giovanni Re.
La complessità della figura dell’intellettuale acatese (drammaturgo, conferenziere, storico, esaltatore dei destini della Patria) e la sua vasta produzione, apprezzata anche da letterati di fama nazionale, è stata illustrata con qualche “gustoso” aneddoto che ha messo in luce l’umanità del personaggio, indimenticato regista della Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo.
Le “precarie fondamenta” sulle quali poggiò invece la proposta di Addario, abbracciata dal podestà Giuseppe Mangano e poi approvata dal Ministero dell’Interno di chiamare Acate il paese (con alcune motivazioni discutibili), hanno di fatto rilanciato (Gaetano Masaracchio e Gianfranco Ciriacono, presidente del Consiglio comunale), l’idea di ripristinarne il vecchio nome. Una “boutade” estiva o i prodromi di un percorso che si annuncia lungo e difficile?