Giustizia, lo "scandalo" Ragusa. Appello alla ministra Cartabia: faccia qualcosa
Una lettera aperta alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, è stata inviata dall’avvocato Enzo Galazzo, dell’Ufficio direttivo del Comitato nazionale Tribunali soppressi, nonchè portavoce del Comitato Pro Tribunale di Modica. Nella lettera, Galazzo, prendendo spunto da quanto dichiarato, a Bari, dalla ministra affrontando il tema dell’edilizia dell’amministrazione giudiziaria, ricordando alla titolare del Dicastero la quasi decennale lotta dei Tribunali siciliani soppressi (Modica, Mistretta e Nicosia) per ottenere il ripristino della Giustizia di prossimità e l’utilizzazione di Palazzi di giustizia con carenze strutturali al posto di quelli, nuovi e funzionali, solo perchè non ubicati nei capoluoghi di provincia. Clamoroso, in questo senso, il caso del Palazzo di giustizia di Ragusa, inadeguato a garantire misure di sicurezza per il personale e gli utenti, come risulta, fra l’altro, da comunicazioni ufficiali anche al Ministero. Una sorta di “scandalo a norma di legge”, mentre il Palazzo di giustizia di Modica – inaugurato nel 2004 e chiuso nel 2013, costato circa 12 milioni di euro, moderno e antisismico – rischia di diventare l’ennesima offesa alla logica e al buon senso.
Questa la lettera aperta inviata alla ministra della Giustizia dall’avvocato Enzo Galazzo.
“Intervenendo a Bari la Ministra Cartabia, affrontando il tema dell'edilizia dell'amministrazione giudiziaria, ha parlato di "ferita profonda" con riferimento al 2018 allorché le udienze dei processi venivano svolte in tende di emergenza per la inagibilità del Palazzo di Giustizia nel capoluogo pugliese. Ha quindi testualmente detto: "L'edilizia è un problema serio in tanti distretti di Corte di Appello. Sulla questione si giocano aspetti di funzionalità e di immagine che noi vogliamo veicolare del ruolo che ha la giustizia nella vita di un Paese. I luoghi parlano della vita che vi si svolge dentro - ha proseguito - quando ci sarà da costruire, da fare scelte, non trascurate gli aspetti così materiali, perché come tutte le cose umane, siamo fatti di anima e corpo e anche l'anima della giustizia passa attraverso i mattoni, i vetri, i legni di cui sarà fatto il nuovo Palazzo".
Ebbene gentile Ministra, noi di quei luoghi parliamo da otto anni, abbiamo denunciato le ferite inferte a quei luoghi, a quei vetri, a quei mattoni, a quei legni dalla soppressione di trenta Tribunali e di altrettante Procure; abbiamo sottoposto ai rappresentanti istituzionali che si sono succeduti il fallimento della L. n. 148/2011 e il D. Leg.vo n. 155/2012 che proclamavano risparmi di spesa e incremento di efficienza di giustizia cui sono invece conseguiti sprechi di risorse e ulteriori, più gravi lungaggini giudiziarie; abbiamo denunciato la violazione del principio di prossimità fissato dal Trattato dell’Unione Europea come modificato dal Trattato di Lisbona; abbiamo denunciato infine l’abbandono di strutture giudiziarie, anche nuovissime, realizzate con l’impiego di importanti risorse a carico degli utenti. Lei, assieme all’anima, richiama il corpo della giustizia, e non si può non convenire. Converrà però che nel corso di otto anni, ed in particolare degli ultimi tre, si sono sprecate troppe chiacchiere sul ripristino dei Tribunali soppressi, alcune tradotte anche in formali accordi di governo, poi ridotte a carta straccia.
Oggi giacciono in Commissione Giustizia un ddl a firma della Sen. Felicia Guadiano, altro ddl a firma dell’On.le Elisa Scutellà ed altri ancora deliberati da diverse Assemblee regionali, tutti finalizzati a restituire dignità a trenta circondari cui è stata sottratta la funzione giurisdizionale. Il Presidente della Regione Sicilia Le ha recentemente chiesto un incontro per esporre gli aspetti più rilevanti del tema: non ha ancora avuto risposta.
Gentile Sig.ra Ministra, La meritata stima della quale Lei gode è tale da non poter far dubitare della serietà dei convincimenti che Lei ha espresso a Bari. Le nostre istanze sono però parimenti fondate e serie. Se si vuole dare corpo ai sentimenti espressi si consenta un incontro, in Ministero, con il Comitato Nazionale che riunisce i trenta Tribunali soppressi affinché sia data finalmente una soluzione positiva ai problemi dei quali si dibatte da anni. La ringrazio per l’attenzione che riterrà di dedicare a questa mia”.