Mafia, a Catania la difesa di Raffaele Lombardo chiede l'assoluzione
L'ex presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, va assolto "perché il fatto non sussiste". E' la richiesta avanzata e ribadita alla Corte d'appello di Catania dall'avvocato Maria Licata, difensore dell'ex governatore a conclusione della sua replica. Lombardo è a processo per concorso esterno all'associazione e corruzione elettorale. Il procedimento è stato aggiornato al prossimo 21 dicembre con le repliche dell'altro penalista che assiste l'ex governatore e leader del Mpa, il professore Vincenzo Maiello. A conclusione dell'udienza i giudici si ritireranno in camera di consiglio per la sentenza.
L'accusa, rappresentata in aula, dai pm Sabrina Gambino e Agata Santonocito, il 2 febbraio scorso ha chiesto la condanna dell'imputato a sette anni e quattro mesi di reclusione. La pena iniziale era di 11 anni, ma è stata ridotta per il rito alternativo dell'abbreviato con cui si celebra il processo. Le lunghe indagini dei carabinieri del Ros hanno riguardato i rapporti tra politica, imprenditori, 'colletti bianchi' e mafia.
La Seconda sezione penale della Cassazione, nel 2018, ha annullato con rinvio la sentenza emessa il 31 marzo 2017 dalla Corte d'appello di Catania che aveva assolto dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa l'ex governatore e lo aveva condannato a due anni (pena sospesa) per corruzione elettorale aggravata dal metodo mafioso, ma senza intimidazione e violenza.
Una sentenza, quella di secondo grado, che a sua volta aveva riformato quella emessa il 19 febbraio 2014, col rito abbreviato, dal Gup Marina Rizza che lo aveva condannato a sei anni e otto mesi per concorso esterno all'associazione mafiosa.