Mafia a Pachino, 170 anni di carcere al clan Giuliano: 24 anni per il boss
Si è chiuso il processo alla mafia di Pachino con una sentenza esemplare per il 16 imputati. La Corte d'Assise di Siracusa ha inflitto 170 anni di carcere alla cosca con al comando il presunto boss Salvatore Giuliano. I giudici lo hanno condannato a 24 anni di reclusione. Diciotto anni e sei mesi anche ad uno dei suoi fedelissimi, Giuseppe Vizzini ed i fratelli di Portopalo Claudio, Giuseppe e Giovanni Aprile. Sono stati condannati, rispettivamente a 27 anni e 9 mesi, 26 anni e 7 mesi e 32 anni e mesi.
Sono stati inoltre condannati
Giuseppe Salvatore Agnello, 3 anni; Rosario Agosta, 3 anni e 2 mesi; Sergio Arangio, 3 anni; Antonino Cavarra, 1 anno; Daniele Di Stefano, 3 anni ed un mese; Salvatore La Rosa, 1 anno e 4 mesi; Maria Sanguedolce, 2 anni ed un mese; Lorenzo Nunzio Agatino Scalisi, 12 anni; Giuseppe Villari, 6 anni; Simone Vizzini, 6 anni ed un mese.
I giudici hanno anche disposto la confisca delle quote sociali della societa’ La Fenice, di un magazzino in contrada Cozzo Flua, a Pachino ed un conto corrente bancario di 4 mila e 700 euro.
l processo è scaturito dall’inchiesta della Dda di Catania e della Squadra mobile di Siracusa culminata nel luglio del 2018 con l’arresto di 19 persone che, secondo la tesi degli inquirenti, avrebbero intimidito i produttori agricoli, costretti a consegnare la merce ai vertici dell’azienda La Fenice, sotto il controllo della cosca capeggiata da Salvatore Giuliano.
I componenti del clan, secondo l’accusa, avrebbero pressato i centri di distribuzione ed altri commercianti a comprare i prodotti della loro azienda. Si sarebbe creato un cartello che gli inquirenti avrebbero scoperto grazie alle intercettazioni telefoniche. Secondo la Dda di Catania, il gruppo avrebbe anche preteso il pagamento di una provvigione come corrispettivo di una presunta mediazione contrattuale svolta tra produttori e commercianti.
Nell’inchiesta, "Araba Fenice" oltre ad un traffico di droga, è emersa la capacità del gruppo di influenzare l’attività amministrativa del comune di Pachino, che, dopo essere stato al centro di un’ispezione della commissione di inchiesta prefettizia, è stato sciolto per mafia nel 2019.
Salvatore Giuliano, insieme al figlio, è sotto processo per le minacce, aggravate dal metodo mafioso nei confronti di Paolo Borrometi, vicedirettore dell’Agi e direttore del sito laSpia. I due sono accusati di aver pubblicato sul profilo Facebook del sito Si è chiuso in Corte d'Assise a e su quello personale del giornalista delle frasi minacciose in merito alla pubblicazione di una inchiesta giornalistica del 22 agosto del 2016 redatta da Paolo Borrometi e relativa agli affari della mafia nei comuni del Siracusano.
(Nella foto grande il presunto boss Salvatore Giuliano ed i fratelli Aprile)