Rettifica su 'caso' legale a Pachino, Neri: rapporti inesistenti con Raffaele Lombardo
Il papà dell'esperto legale della sindaca di Pachino, Sebastiano Neri, entra in campo sulla vicenda che ha sollevato le proteste degli avvocati di Pachino sull'incarico a titolo oneroso e minaccia querele temerarie nei confronti di coloro che hanno diffuso la notizia del compenso di 2.500 euro al mese lorde che guadagnerà l'avvocato Salvatore Neri del Foro di Catania. Pubblichiamo la richiesta di rettifica integralmente, come sancito sancito dall’articolo 8 della legge sulla stampa n. 47 del 1948 e dagli artt. 42 e 43 della legge 416 del 1981.
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Leggo sbigottito un post di tale Roberto Arangio, ed una corrispondente nota del quotidiano online nuovosud.it, con i quali si critica aspramente la nomina dell’avv. Salvatore Neri quale esperto giuridico del Sindaco di Pachino Carmela Petralito ipotizzando che si tratti di un atto di natura politica adottato per compiacere l’ex Presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo.
La tesi di Arangio e della testata nuovosud.it viene sostenuta assumendo che l’avv. Salvatore Neri sarebbe figlio di un noto e fedele sodale politico di Raffaele Lombardo e, poiché l’avv. Neri è mio figlio, è del tutto esplicito il riferimento diffamatorio alla mia persona.
Se l'Arangio e la testata giornalistica si fossero informati prima di sproloquiare avrebbero scoperto che il sottoscritto fin dal marzo 2009 (oltre tredici anni fa), quando è rientrato nei ruoli della magistratura, non svolge più (e come magistrato nell’esercizio delle sue funzioni non potrebbe nemmeno) alcuna attività politica e, soprattutto,, sin dal 2008 non ha più avuto alcun rapporto con Raffaele Lombardo.
Poiché le affermazioni dell’Arangio e di nuovosud.it mi attribuiscono ruoli politici e rapporti personali, entrambi inesistenti, che ledono la mia onorabilità e mi attribuiscono comportamenti potenzialmente valutabili dal CSM, attese anche le mie attuali funzioni di Presidente della Corte di Appello di Messina f.f., invito i suddetti ad un’immediata rettifica delle loro diffamatorie affermazioni avvertendoli che ho comunque dato mandato ai miei legali di procedere nei loro confronti con querela penale ed azione civile di risarcimento dei danni.