Rai, M5s: ridicolo censurare Ficarra e Picone su Musumeci
"Sabato scorso è andata in onda in seconda serata su Raiuno la registrazione del Taobuk - Taormina International Book Festival. Rivedendo la serata su RaiPlay si nota un taglio grossolano al montaggio che puzza di censura, visto che a sparire dal mandato in onda sono stati i fischi che il pubblico ha riservato al presidente Musumeci, incapace di reggere le battute di Ficarra e Picone sui disservizi della rete di trasporti siciliana. Si tratta di un atto ridicolo e immotivato, che non fa onore al servizio pubblico e che cede al servilismo più goffo nei confronti del politico di turno. Presenteremo una interrogazione per comprendere come sia stato possibile procedere in maniera simile". Lo dicono gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione di vigilanza Rai.
"La censura della Rai ai fischi del pubblico del Taobuk contro il presidente siciliano Musumeci è gravissima, è urgente che la commissione di Vigilanza se ne occupi. Addirittura la Tgr, che come telegiornale ha il dovere di dar conto dei fatti di cronaca, ha totalmente oscurato le contestazioni. Un caso senza precedenti". Lo scrive su Facebook il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. "Non soltanto, quindi, Rai1 ha cancellato - prosegue Anzaldi - i fischi e le battute ironiche di Ficarra e Picone nei confronti del governatore, in occasione della messa in onda sabato 25 giugno della registrazione della serata di gala del festival di Taormina (che si era svolta il 18 giugno), ma anche la Tgr Sicilia li ha ignorati: sia nell'edizione delle 14 che nell'edizione delle 19.30 di domenica 19 giugno sono stati trasmessi due servizi sulla serata del Taobuk dove non è stato fatto alcun riferimento né ai fischi né alle gag ironiche di Ficarra e Picone. È inaccettabile che la Rai, peraltro con fonti anonime, abbia giustificato la censura con presunti motivi di Par Condicio, perché la Par Condicio non può in alcun modo essere utilizzata per nascondere notizie. Dopo lo spot elettorale di Musumeci trasmesso nei mesi scorsi prima del Tg1, con il governatore macchinista alla guida di un treno, siamo di fronte ad un altro caso di asservimento della tv pubblica alla Giunta siciliana: incomprensibile che Agcom, Ordine dei Giornalisti, Fnsi, Usigrai, Cdr non intervengano".