Modica, Tommaso Campailla e il Museo della medicina: memoria e passione civica
Una serata, quella di sabato 23 luglio, all’insegna della memoria storica per onorare uno dei figli illustri di Modica, Tommaso Campailla, e per apprezzare, a distanza di secoli, il genio del filosofo, del medico, del letterato, del poeta. L’iniziativa della Fondazione Salvatore Calabrese, che gestisce il museo della medicina ospitato in alcuni dei locali di quello che fu l’ospedale di Santa Maria della Pietà, ha trovato la collaborazione dell’amministrazione comunale, del Rotary e del Rotaract di Modica. Il tema “una notte con Venere, una vita con Mercurio” è stato un richiamo diretto all’argomento del Sifilicomio Campailla e alla cura della sifilide che Tommaso Campailla perfezionò dal 1698 in poi fino a giungere alle sue famose botti (dette poi botti del Campailla) per la cura non solo della sifilide (considerata, allora, il male del secolo, e ritenuta dalla Chiesa come un castigo di Dio per i peccati degli uomini), ma anche dei reumatismi e, in genere, di qualunque forma di artrosi. Campailla riuscì a promuovere nella Contea di Modica gli studi di medicina e può essere a buon diritto annoverato fra i rappresentanti più illustri della scuola medica modicana. L’eredià di Campailla, soprattutto per le nuove generazioni, è legata al museo della medicina grazie, soprattutto, alla lungimirante dedizione di un docente modicano, il professore Valentino Guccione, che è riuscito a salvare dall’oblio molto materiale che costituisce, ora, parte integrante del museo della medicina. Della meritoria opera del professore Guccione, ha parlato il presidente della Fondazione, Luigi Calabrese. “Dobbiamo essere grati – ha affermato - a persone come il professore Guccione che hanno dimostrato passione civica da tramandare, innanzitutto, ai giovani”. E sull’impegno dei giovani ha posto l’accento Cristiana Falla, del Rotaract, mentre il Rotary, attraverso il suo presidente, Roberto Falla, ha voluto ringraziare quanti – soci della Fondazione o semplici amici – si sono impegnati per la realizzazione dell’iniziativa culturale.
La ricercatrice Marcella Burderi e lo storico Giuseppe Barone hanno accompagnato i partecipanti alla serata in una passeggiata attraverso l’antico quartiere Casale che fa da caratteristica cornice al museo della medicina che si affaccia sulla piazzetta Campailla. Un quartiere che, negli anni, è cambiato, anche nella toponomastica e nella sua urbanizzazione.
L’ex assessore comunale alla Cultura, Maria Monisteri, nel suo intervento, ha ricordato il lavoro fatto dall’amministrazione di Palazzo San Domenico per valorizzare piazza Campailla e per incentivare ogni iniziativa volta ad esaltare le personalità che hanno contribuito a rendere illustre e conosciuta la città.
E un apprezzamento particolare merita la disponibilità della famiglia Lorefice che ha acquistato la casa natale di Tommaso Campailla aprendola alle visite dei turisti. Anche questo un grande segnale di maturità e di amore per la città e per i suoi figli più illustri.