Il suicidio a Rosolini del bracciante, la salma ad Avola sotto sequestro
E' a disposizione dell'Autorità giudiziaria la salma di Roberto Tommasi, il bracciante agricolo di Rosolini, che nella notte tra domenica e lunedì ha deciso di farla finita togliendosi la vita nel magazzino del padre in contrada Narbalata. Suibito dopo avere rimosso il cadavere dal luogo del suicidio, è stato il pm, Marco Dragonetti a disporre il trasferimento del corpo all'obitorio del cimitero di Avola. Per i carabinieri si tratterebbe di una prassi consolidata in casi del genere. Anche se i militari dell'Arma si trincerano dietro un 'no comment', non ci sarebbero sospetti sulle cause della morte. Il bracciante agricolo si sarebbe tolto la vita spontaneamente. Un suicidio che forse Di Tommasi già meditava da tempo. I suoi amici più intimi dicono che nell'ultimo periodo era un po' depresso. Non è neppure dato sapere se la vittima abbia lasciato pizzini o una lettera indirizzata alla famiglia. Co s'è che avrebbe spinto il bracciante agricolo a farla finita con la vita? Nessuno riesce ad avanzare ipotesi, così come appare certo che Di Tommasi non aveva nemici a Rosolini, nè nei paesi vicini Il magistrato se non ci sono 'sospetti' sulle cause del decesso potrebbe firmare nelle prossime ore il nulla osta per la riconsegna della salma ai familiari per potere celebrare i funerali. Roberto Di Tommasi aveva 48 anni ed era sposato e padre di tre figli. La sua morte ha scosso gran parte della comunità rosolinese.