Detenuto di Palermo suicida in carcere a Terni, la famiglia: non si è ucciso
E' di origini palermitane il detenuto che ieri si è suicidato nel carcere di Terni. Il sindacato autonomo Polizia penitenziaria segnala che "l'uomo era rimasto coinvolto nel pomeriggio in una rissa con alcuni ristretti campani dopo che ad uno di questo era stato rinvenuto, in un pacco pervenuto dai familiari, un telefonino". "Le ragioni della rissa non si conoscono, ma in serata il detenuto siciliano si è tolto la vita in cella. Purtroppo il pur tempestivo intervento degli Agenti non ha potuto evitare che il ristretto riuscisse a togliersi la vita", dice il segretario del sindacatod ell'Umbria, Fabrizio Bonino."Gli istituti penitenziari hanno l'obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l'Italia è certamente all'avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici - afferma il segretario generale del Sappe, Donato Capece - Ma il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti e sconforta che leautorità politiche, penitenziarie ministeriali e regionali, purin presenza di inquietanti eventi critici, non assumano adeguatied urgenti provvedimenti".
La vittima è Fabio Gloria, 47 anni, già coinvolto nell'operazione "Apocalisse" e condannato recentemente a 12 anni nel processo nato dalle inchieste "Bivio" e "Bivio 2" contro i clan di Tommaso Natale e San Lorenzo. I familiari non credono tuttavia che possa essersi ucciso. L'autopsia, che si svolgerà nelle prossime ore, potrà probabilmente chiarire l'accaduto. La famiglia di Gloria si è affidata all'avvocato Rosamaria Salemi per essere tutelata e chiede giustizia.