Anche l'Anci partecipa alla marcia antimafia tra Bagheria e Casteldaccia
L'ANCI Sicilia ha aderito alla Marcia antimafia Bagheria- Casteldaccia che, promossa dal Centro Pio La Torre in occasione del quarantesimo anniversario della prima marcia, si svolgerà questa mattina e ripercorrerà la strada dei Valloni, l'arteria utilizzata dai killer e dai latitanti mafiosi nel "triangolo della morte", tra i comuni di Bagheria, Casteldaccia e Altavilla Milicia.
"La marcia rappresenta senza dubbio un'occasione dal grande valore simbolico e sociale per ribadire il nostro No alla mafia, ancora presente nel tessuto socio-culturale delle nostre città e contro la quale bisogna ribadire valori universali come i diritti, la libertà e la giustizia sociale" commentano Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell'ANCI
Sicilia, che aggiungono: "Queste iniziative servono anche per assumere un impegno forte con i giovani. Alcuni ragazzi, anche per motivi anagrafici, non sono sufficientemente informati sulle stragi e le devastazioni perpetrate dalla criminalità organizzata, bisogna quindi trovare sempre il modo giusto per sensibilizzarli".
"Siamo in marcia contro tutte le violenze, quella mafiosa come quella degli Stati. La violenza è sempre irrazionale. Noi crediamo alla irrazionalità della pace". Con queste parole l'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice ha aperto il corteo che da Bagheria raggiungerà Casteldaccia. L'iniziativa del centro Pio La Torre è stata organizzata aquaranta anni dalla marcia contro la mafia che rappresentò laprima forma di ribellione popolare allo strapotere di Cosa nostra nel comprensorio bagherese. A partire dalla scuola mediaCarducci di via D'Amico sono gli studenti di decine di scuole. Con loro sindaci provenienti da tutta la Sicilia, esponenti politici, sindacati e numerosi cittadini. La marcia ripercorre quella che era denominata la strada del Vallone dove trovano una via fuga i killer che avevano appenacompiuto omicidi di mafia. Ad aprire il corteo, insieme a Lorefice, anche Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro Pio La Torre. Che dice: la reazione di allora fu provocata anche dall'omicidio di La Torre. E non possiamo sottolineare che oggi grazie alla legge che prende il suo nome i beni mafiosi vengono confiscati". Anche oggi, come nel 1983, presenti padre Cosimo Scordato e padre Michele Stabile (nell'83 vicario episcopale, quando alla guida della diocesi c'era il cardinale Salvatore Pappalardo".