L'agguato di Scicli, due fratelli arrestati in Calabria
Ci sono due persone fermate per l'agguato compiuto intorno a mezzogiorno, a Scicli, a danno di un imprenditore di 57 anni, M.C., e del figlio trentenne, G.C. I carabinieri, a conclusione delle indagini condotte dalla Compagnia di Modica e dalla Tenenza di Scicli, hanno bloccato in Calabria due fratelli che avrebbero organizzato ed eseguito l'agguato. Padre e figlio sono stati colpiti al volto con un fucile caricato a pallini da caccia. Sono stati trasportati all'ospedale Maggiore Nino Baglieri di Modica: le loro condizioni non sono gravi malgrado siano stati raggiunti dai colpi in pieno volto. Il giovane di 30 anni è stato sottoposto ad un intervento all'occhio al reparto di Oculistica dell'ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa. Gli autori della spedizione punitiva conoscerebbero le vittime per via dei loro trascorsi, segnati da continue contrapposizioni. I due arrestati sono pregiudicati e ci sarebbero vecchi dissidi tra le famiglie. L’idea è che si tratterebbe di un regolamento di conti, resta da accertare se riconducili a fatti di natura strettamente privata o legati a qualche attività criminale. I carabinieri avevano, dunque, già avuto dei sospetti concreti sui responsabili: infatti le ricerche per intercettare i sospettati sono iniziate subito. Molto, comunque, dipenderà da quanto sveleranno le vittime. La loro testimonianza consentirebbe di chiudere il cerchio attorno agli autori dell’agguato.
Le vittime non si sarebbero accorte di chi ha provato ad ammazzarle, di certo, quando gli attentatori hanno agito erano in macchina. Dopo gli spari, l’uomo che era alla guida dell’auto ha avuto la prontezza di inserire la prima e a scappare per raggiungere la caserma dei carabinieri.