Dai campi profughi a Comiso: festa di accoglienza per la famiglia Tamer
In fuga dalla Siria verso i campi profughi del Libano. Ma alla frontiera il marito viene catturato e portato in un campo di prigionia. La giovane moglie, con un bimbo nato da pochi mesi, riesce a fuggire con la sua famiglia.
Per nove anni Atlal Kkra, 36 anni, ha atteso il ritorno del marito, Khaled Tamer, 37 anni, sostenuta dalla sua famiglia e dal fratello di lui. Nelle prigioni siriane, dov’era finito perché si era rifiutato di imbracciare un fucile contro il suo popolo, Khaled è stato torturato e ha rischiato più volte di morire.
Oggi Khaled e la moglie Atlal sono arrivati in Italia, il 7 ottobre scorso. Ad accoglierli a Roma, dopo il volo dal Libano, c’erano Stefania Lorefice e Luigi Buscemi, con un pulmino messo a disposizione dalla società sportiva Ardens. Per loro si sono mobilitate alcune famiglie della parrocchia Santa Maria delle Stelle di Comiso e alcune associazioni. Hanno trovato una casa in affitto, tramite una famiglia che ha condiviso il progetto mettendo a disposizione una casa, hanno approntato le spese del viaggio e del primo periodo di accoglienza. A Comiso Khaled e Atlal hanno iniziato a studiare l’italiano, il figlio di 10 anni ha cominciato a frequentare la scuola. In estate è nata una bimba, che oggi ha quasi 4 mesi. Khaled e Atlal sono arrivati in Italia attraverso i corridoi umanitari.
La giovane famiglia siriana ha raccontato la propria storia venerdì scorso, durante una festa denominata “Un soffio di pace tra venti di guerra” che si è svolta nel salone della chiesa di Sant’Antonio. Ad accoglierli, il parroco, don Innocenzo Mascali, don Fabio Stracquadaini e don Enzo Barrano, gli amici che, in questi primi 40 giorni, si sono occupati di loro: Gabriele Vaccaro, Gaspare De Simone, Luca Scollo, Tina Guastella, Mimma Trovato, Raffaele Lauretta, Maria Ferlisi, Maria Chiarandà, Maria Lucia Faro, Maria Giovanna Coltello, Salvatrice Iacono, Orazio Guccione, Lucia Sansone, Daniela La Terra, Renato Meli, Stefania Lorefice, Luigi Buscemi e molti altri. C’erano anche il presidente di Al Zaytouna, Abdelhamid Jebari e la giovane Rahma Chetioui.
Alla festa hanno preso parte altre due famiglie siriane, anch’esse arrivate in Italia con i corridoi umanitari e accolte a Modica da due anni e Scicli da due mesi. Hanno portato la loro testimonianza anche Alessandro e Salvatore Brullo, della cooperativa Fo.Co., che hanno spiegato la difficile e complessa situazione della Siria e la normativa che consente l’accoglienza dei rifugiati nel nostro Paese.
FOTO di Antonino Vincenti