Mafia tra Catania e Ragusa, scatta il blitz: 16 arresti. I NOMI
Infiltrazioni mafiose nel settore del packaging dei prodotti agricoli. Ma anche relazioni pericolose tra imprese petrolifere, armi in pugno, per controllare il territorio in un triangolo tra tre clan. I finanzieri del Gico e i carabinieri del nucleo investigativo di Ragusa hanno eseguito un’ordinanza del Gip etneo con 16 arresti. Le persone destinatarie dei provvedimenti sono ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di “associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia o violenza, tentato omicidio, estorsione e tentata estorsione, detenzione abusiva di armi e porto in luogo pubblico, detenzione, trasporto e cessione di sostante stupefacenti, falsità ideologica commessa da privati, reati tutti aggravati dalla finalità mafiosa”. Le indagini si sono sviluppate tra il 2016 e il 2023.
IL DETTAGLIO DELL'OPERAZIONE NELLE CARTE DELL'INCHIESTA
* le dinamiche criminali dell’associazione a delinquere riconducile a cosa nostra operante nel territorio di Vittoria e in altri comuni della provincia di Ragusa, capeggiata da GRECO Emanuele, inteso “Elio”;
* i ruoli nel tempo assunti dagli altri indagati, destinatari di misura cautelare, monitorandone le attività criminali sia nel periodo in cui GRECO Emanuele era in stato di libertà sia durante il periodo di detenzione.
Le più recenti attività di polizia giudiziaria avrebbero fatto emergere che il pregiudicato VALENTI Gaetano, inteso “Tano u’ barbiere”, sarebbe stato investito da GRECO Emanuele, durante il periodo di detenzione di quest’ultimo, del ruolo di referente pro tempore dell’organizzazione criminale dal medesimo capeggiata. L’attività investigativa aveva ulteriore impulso dopo che il GRECO, posto agli arresti domiciliari nel gennaio 2021, avrebbe sfruttato la propria abitazione quale base logistica in cui effettuare incontri riservati con i propri accoliti, con esponenti apicali dei gruppi riconducibili a cosa nostra e operanti in altri contesti territoriali nonché con importanti imprenditori del settore del packaging, riprendendo di fatto il proprio ruolo di riferimento del sodalizio mafioso e riaffermando la propria influenza sul territorio.
Il monitoraggio tecnico e le attività condotte a carico di GRECO, dei suoi figli, di VALENTI e di altri soggetti ritenuti appartenere al gruppo criminale avrebbero consentito di acquisire elementi di pregio indiziario in merito all’esistenza di un’associazione per delinquere di tipo mafioso che, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, avrebbe perpetrato una serie indeterminata di delitti contro la vita, l’incolumità individuale, la libertà personale, il patrimonio, e acquisito, in modo diretto o indiretto, la gestione o comunque il controllo di attività economiche, con particolare riferimento al settore della produzione e commercializzazione di imballaggi per prodotti ortofrutticoli. Il sodalizio avrebbe unito l’aggressività e la forza militare a strategie imprenditoriali, estendendo così il suo potere mafioso e il controllo territoriale. A riscontro della sua operatività sarebbero emersi collegamenti con altri gruppi mafiosi, inclusi i clan “Santapaola-Ercolano” di Catania, “Nardo” di Lentini, “Rinzivillo” di Gela.
Contestualmente sarebbe venuto in evidenza anche il ruolo dei figli, Nuccio e Alberto, per la gestione, unitamente al padre Emanuele, degli affari imprenditoriali nel settore degli imballaggi, facendo uso degli strumenti propri dell’assoggettamento mafioso e avvalendosi del proprio riconosciuto carisma criminale nell’ambiente della fornitura del packaging per influenzare e condizionare la libera concorrenza. In tal modo, si sarebbero imposti come intermediari bypassando di fatto il provvedimento di sequestro di beni e disponibilità del valore complessivo di 35 milioni di euro, emesso dal Tribunale di Catania, su richiesta di questo Ufficio, a carico di GRECO Emanuele che aveva riguardato anche svariate società, tra le quali l’azienda di famiglia “VITTORIA PACK SRL”.
In altri termini, la consorteria criminale, operando con modalità spesso illecite e spregiudicate e interagendo con altri soggetti malavitosi, quali i CONSALVO ed i PUCCIO, riciclatisi anch’essi in tale ambito territoriale come imprenditori, avrebbe continuato a imporre la propria leadership nell’ambito del lucroso settore del mercato locale, con particolare riferimento alla vendita di materiali e imballaggi per confezionamento dei prodotti ortofrutticoli, assai fiorente nel contesto territoriale, a vocazione prevalentemente agricola, del comune di Vittoria.
Sarebbe emersa altresì la collusione di imprese attive nel settore della commercializzazione di prodotti petroliferi che, grazie alla rete di relazioni di GRECO Emanuele, sarebbero riuscite ad approvvigionarsi di carburante di provenienza illecita, così accrescendo il proprio giro d’affari potendo contare sulla competitività derivante da carburanti a basso costo. Al contempo, le stesse aziende, ponendosi a disposizione di GRECO Emanuele, avrebbero apportato un concreto contributo causale ai fini della conservazione, del rafforzamento, e comunque della realizzazione anche parziale del programma criminoso dell’associazione mafiosa.
Inoltre, l’arresto di VALENTI Gaetano, avvenuto nell’aprile 2021, trovato in possesso di un’arma da fuoco clandestina detenuta illegalmente e di un’importante quantità di stupefacente, avrebbe consentito di evidenziare come gli interessi del gruppo abbracciassero anche il settore degli stupefacenti, delle armi e delle estorsioni.
Sul punto, emergono evidenze in cui il gruppo mafioso avrebbe posto in essere azioni intimidatorie verso altri soggetti pregiudicati vittoriesi per indurli al pagamento di quantitativi di stupefacente forniti da altre consorterie, che si sarebbero rivolti al gruppo dei Greco riconoscendone le capacità operative sul territorio. Parimenti, sono stati monitorati momenti di criticità all’interno dei quali gli appartenenti al gruppo si sarebbero organizzati per il compimento di azioni di forza con l’uso di armi da compiere in danno di pregiudicati vittoriesi, che grazie al tempestivo intervento degli inquirenti si risolvevano senza spargimento di sangue.
A conclusione delle indagini 12 persone sono state arrestate e tradotte in diversi istituti di pena dai Carabinieri di Ragusa mentre gli altri 4 arresti sono stati operati dai Finanzieri di Catania.
L’attività investigativa in questione si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte dalla Procura della Repubblica di Catania, dall’Arma dei carabinieri di Ragusa e dalla Guardia di Finanza etnea volte al contrasto delle associazioni a delinquere di tipo mafioso e della “mafia imprenditrice”, al fine di evitare i tentativi, sempre più pericolosi, di inquinamento del tessuto imprenditoriale e di condizionamento della libera concorrenza.
I NOMI DELLE 16 PERSONE SOTTOPOSTE ALLA MISURA CAUTELARE IN CARCERE
1. AMORE Giuseppe;
2. BELLA Francesco;
3. BELLA Orazio Mattia;
4. DI NATALE Gianluca;
5. GESSO Mauro;
6. GESSO Roberto;
7. GIUDICE Raffaele;
8. GRECO Alberto;
9. GRECO Emanuele;
10. GRECO Nuccio;
11. GULIZZI Eugenio;
12. LICATA Giuseppe;
13. PIEDIGACI Maurizio;
14. SALERNO Roberto;
15. VALENTI Gaetano;
16. ZARBANO Filadelfo.