Confcommercio Palermo: "In Sicilia l'illegalità costa alle imprese 2 miliardi"
"In Sicilia, l'illegalità è costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi qualcosa come 2 miliardi di euro e ha messo a rischio circa 15mila posti di lavoro regolari". Gianluca Manenti, presidente regionale di Confcommercio Sicilia con l'Adnkronos snocciola gli ultimi dati. Quelli messi a disposizione dall'Ufficio studi della Confederazione che mostrano una realtà preoccupante. "Un'impresa su cinque ha percepito un peggioramento dei livelli di sicurezza - dice -, un imprenditore su tre teme il rischio di esposizione a furti, rapine, atti vandalici e aggressioni". Tra chi è a capo di aziende e attività, insomma, c'è preoccupazione. "SDi teme per la sicurezza personale, dei propri collaboratori e della propria impresa". Ecco perché, avverte Manenti, "quasi otto imprese su dieci hanno investito in misure di sicurezza, soprattuto sistemi di videosorveglianza e allarmi antifurto". Nei giorni scorsi la Conferenza episcopale siciliana, presieduta dal vescovo di Acireale, monsignor Antonino Raspanti, e riunita nella sede di Palermo, ha ribadito "l'importanza della lotta contro l'illegalità" e la necessità di un'azione più incisiva contro i clan. Ai lavori della Cesi ha partecipato anche don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, per il quale "nonostante gli sforzi e i sacrifici finora compiuti, il fenomeno mafioso persiste con rapporti sempre più pragmatici e diffusi tra mafia, politica e corruzione". Da qui l'appello a "un impegno più deciso da parte di tutti, compresa la Chiesa". "L'allarme dei vescovi delle Diocesi siciliane - dice adesso Manenti - è in linea con quanto andiamo dicendo da tempo e rappresenta una necessità. Quella di trovare delle soluzioni specifiche. Non è un caso che, anche attraverso la vicepresidente nazionale con incarico per la Legalità e la sicurezza, Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, siamo andati a sollecitare al ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, una serie di misure diventate sempre più urgenti per le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti". Dall'estensione della polizia di prossimità ("una misura già attuata in alcune realtà con il poliziotto di quartiere") alla partecipazione delle associazione di categoria ai Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica, fino a una più incisiva lotta all'abusivismo e alla contraffazione con "un maggior controllo del territorio da parte delle amministrazioni locali e delle forze dell'ordine".