Ecogiustizia, bonifica del Sin di Priolo: miraggio che va avanti da 25 anni
"Dopo più di venticinque anni dalla sua istituzione, la bonifica e la riconversione industriale del Sito di interesse nazionale di Priolo risultano un miraggio, ostaggio di promesse mancate, ritardi burocratici e fondi bloccati, con le aziende coinvolte che ricorrono strumentalmente al Tar per sfuggire all'assunzione d iresponsabilità". Lo denunciano Acli, Agesci, Arci, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera che, in occasione della tappa in Sicilia della campagna nazionale "Ecogiustizia subito:in nome del popolo inquinato", hanno organizzato un flash mob di fronte al depuratore Ias di Priolo Gargallo, per chiedere un'accelerazione nel risanamento e riconversione industriale del Polo Petrolchimico di Siracusa. "Il Sin di Priolo è dal 1998 in attesa di bonifiche, giustizia ambientale e sociale- sostengono - Dei 5mila 75 ettari di aree a terra e dei 10 mila129 di area a mare, secondo i dati del Ministero dell'ambiente,dal 1998 a giugno 2024 risultano bonificati con certificazion irispettivamente appena il 2,2 per cento (129 ettari) e il 2,1per cento (121 ettari). Dunque, ben oltre il 90 per cento del Sin è in attesa di bonifiche, mentre la popolazione continua ad ammalarsi e morire per l'esposizione a sostanze contaminanti quali amianto, diossine, metalli pesanti e solventi. Sono urgenti anche interventi di riconversione industriale delle produzioni inquinanti verso cicli produttivi più puliti e innovativi, all'insegna dell'economia circolare, fondati sull'uso delle fonti rinnovabili". Quattro le priorità d'intervento individuate: la ripartizione degli oneri dei costi della bonifica; la bonificaimmediata delle aree; la ristrutturazione ed efficientamento deldepuratore Ias, grazie all'utilizzo delle risorse del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027; la riconversione del comparto industriale metalmeccanico e petrolchimico con la realizzazione di impianti industriali dell'economia circolare e della filiera delle rinnovabili.