Bosellino, ex Pm Natoli sentito dalla Procura di Caltanissetta
L'ex pm di Palermo Gioachino Natoli, indagato per favoreggiamento aggravato alla mafia nell'ambito di una inchiesta della magistratura nissena sulla strage di via D'Amelio, è stato sentito ieri dalla Procura di Caltanissetta. E' stato lo stesso magistrato, che nei mesi scorsi aveva deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, a chiedere di essere ascoltato. Natoli è difeso dagli avvocati Fabrizio Biondo, Ninni Reina ed Ettore Zanoni. Secondo gli inquirenti nisseni Natoli avrebbe agito in concorso con l'ex procuratore di Palermo Pietro Giammanco, nel frattempo deceduto, con l'allora capitano della Guardia di Finanza Stefano Screpanti e con l'ex magistrato Giuseppe Pignatone.
Secondo l'accusa l'ex pm avrebbe aiutato i mafiosi Antonino Buscemi e Francesco Bonura, l'imprenditore e politico Ernesto Di Fresco e gli imprenditori Raoul Gardini, Lorenzo Panzavolta e Giovanni Bini (gli ultimi tre al vertice del Gruppo Ferruzzi) ad eludere le indagini. In particolare al magistrato viene contestato di aver svolto, nell'ambito del procedimento 3589/1991 aperto a Palermo dopo l'invio delle carte da Massa Carrara su presunte infiltrazioni mafiose nelle cave toscane, una "indagine apparente", "richiedendo, tra l'altro, l'autorizzazione a disporre attività di intercettazione telefonica per un brevissimo lasso temporale (inferiore ai 40 giorni per la quasi totalità dei target) e solo per una parte delle utenze da sottoporre necessariamente a captazione, per assicurare un sufficiente livello di efficienza delle indagini"e di aver disposto, "d'intesa con l'ufficiale della Guardia diFinanza Screpanti che provvedeva in tal senso, che non venisserotrascritteconversazioni particolarmente rilevanti, da considerarsi vere eproprie autonome notizie di reato, dalle quali emergeva la'messa a disposizione' di Di Fresco in favore di Bonura, nonché una concreta ipotesi di 'aggiustamento', mediante interessamento del Di Fresco stesso, del processo pendente innanzi alla Corte d'Assise di Appello di Palermo, sempre a carico di Bonura per un duplice omicidio". In questo contesto l'ex pm avrebbe ordinato la distruzione delle bobine e dei brogliacci con e intercettazioni: accusa rivelatasi falsa perchè la cancellazione dei nastri era una prassi dell'epoca se la registrazioni erano ritenute irrilevanti. L'ordine inoltre, come dimostra il ritrovamento dei nastri e oggi delle trascrizioni non è mai stato eseguito.